Domenica 22 Dicembre 2024

«Verrai a cercare lavoro al Nord»: bufera per la frase razzista a un bimbo calabrese

L'inviato della tv con il tifoso cosentino e il bambino. Nel riquadro la conduttrice Sara Pinna

La palla di neve è diventata una valanga. E Sara Pinna, la conduttrice tv vicentina autrice dello scivolone razzista verso un bimbo-tifoso del Cosenza, adesso la conoscono tutti. «Non ti preoccupare, che venite anche voi in Pianura a cercare qualche lavoro», è la frase che le era sfuggita rivolgendosi in diretta ad un bambino calabrese di 7 anni, che in braccio al papà, davanti alle telecamere, aveva gioito per la vittoria del suo Cosenza: «Lupi si nasce!», aveva esclamato. «E gatti si diventa», la risposta dallo studio. Era il 20 maggio, al termine del playoff di serie B: Cosenza rimasto in serie cadetta, Vicenza retrocesso in C. Delusione tra i tifosi vicentini, ed anche nella trasmissione «Terzo Tempo-Diretta Biancorossa» dell’emittente Tva, al microfono Sara Pinna collegata con l’inviato a Cosenza. L'incidente è rimasto inizialmente sotto traccia. Fino al giorno dopo, quando il gruppo meridionalista «Movimento 24 Agosto» ha rilanciato su Facebook la lettera indignata del papà del piccolo tifoso: «Lei - ha scritto l’uomo - dovrebbe ben sapere e dimostrare a coloro a cui si rivolge cosa sono etica e morale. Due qualità a quanto pare a lei sconosciute». A quel punto, dai social la polemica è tracimata sui media nazionali. E Pinna ha iniziato a ricevere sul web critiche e insulti. Ora del corto circuito Vicenza-Cosenza si stanno occupando in parecchi. L’Ordine dei Giornalisti del Veneto ha annunciato che «i video con la frase a sfondo razzista - ma anche la battuta di rincalzo dell’inviato di Tva, “non male, Sara” - sono stati acquisiti e inviati ai Consigli di disciplina territoriali, che istruiranno le pratiche». Il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, ha rincarato la dose, inviando una lettera al presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, «per chiedergli di intervenire nei confronti della giornalista in questione. Non si possono offendere i calabresi. Credo sia incivile, bruttissimo, offendere un bambino di sette anni solo perché è calabrese». Sara Pinna, però, non è una giornalista, è una conduttrice televisiva. La giovane ha cercato in tutti i modi di discolparsi, ammettendo lo sbaglio. Con lei l’emittente veneta ha già chiarito, evidenziando che «subito dopo la puntata di Diretta Biancorossa, andata in onda il 20 maggio, la conduttrice ha espresso le sue scuse sui canali social, riconoscendo l’errore in modo chiaro ed evidente. Scuse accettate dal padre del bambino e da alcuni gruppi di tifosi cosentini». «Ribadisco - ha scritto Pinna su Fb - le mie scuse al bambino, alla sua famiglia, ai tifosi del Cosenza per una frase sbagliata, che non rispecchia il mio pensiero e la mia sensibilità. Io stessa sono di origini sarde, in Veneto per lavoro dei miei genitori, quindi non c'erano in me le intenzioni maligne che mi sono state attribuite».

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