«Questo giorno arriva tardi perché decine di migliaia di lavoratori sono stati privati dei contributi per anni e non li rivedranno mai più». Lo ha detto ieri Marco Militello, consulente del lavoro a Roma, con riferimento all’arresto del presidente della Reggina Calcio. Da otto anni Militello presenta denunce in serie all’Ordine dei consulenti del lavoro e all’Ispettorato Nazionale del Lavoro sulle irregolarità nella gestione della manodopera da parte di Luca Gallo, al centro dell’indagine che lo ha portato agli arresti domiciliari. Per quelle denunce, ha due procedimenti a suo carico aperti dall’Ordine, uno già archiviato, l’altro in corso. All’organismo di rappresentanza si era rivolto Gallo incolpandolo di «violazione del codice deontologico».
«Otto anni fa un’azienda mia cliente ha ricevuto una mail in cui la M&G, la società all’epoca di Gallo, si offriva per la somministrazione di manodopera garantendo una riduzione del costo del lavoro del 40%. Mi chiesero come mai con me avrebbero dovuto pagare di più e gli spiegai che quella della M&G era un’offerta illecita». Un paio di anni dopo, prosegue Militello, «scoprii che la società di Gallo era cresciuta a dismisura truffando un grandissimo numero di aziende.
Nel 2017 i consulenti del lavoro hanno organizzato dei convegni sugli appalti illeciti per la manodopera e invitarono anche lui a raccontare la sua versione. Non si presentò». Militello ha presentato decine di segnalazioni da allora e si è esposto anche in un’intervista televisiva al programma Le Iene. «Ho preso un paio di querele da Gallo e sono sotto procedimento disciplinare da parte dell’Ordine dei consulenti del Lavoro, ma oggi posso dire di avere avuto ragione - conclude -. Non l’ho fatto per interessi miei e il mio più grande dispiacere è sapere che, dopo che la M&G è stata svuotata dal Tribunale di Catania che ne sta curando il fallimento, i lavoratori non recupereranno mai più i loro soldi. Era uno scandalo sotto gli occhi di tutti, ci si poteva arrivare prima. E gli è anche stata data la cittadinanza onoraria a Reggio, spero gliela tolgano».
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