L’agente di Polizia penitenziaria aggredito ieri nel carcere di Taranto da un detenuto «rischia di perdere un occhio a causa delle gravi lesioni subite». Lo riferisce Federico Pilagatti della segreteria nazionale del Sappe (Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria), aggiungendo che nel carcere di Taranto «la situazione è diventata ingestibile e difficilmente recuperabile, a causa della prepotenza e della violenza dei detenuti a cui viene consentito di tutto e di più». L’aggressione, scaturita da un litigio per futili motivi, è avvenuta al primo piano della casa circondariale. Pilagatti spiega che «il poliziotto addetto al sezione, mentre rispondeva al detenuto, esponente di rilievo di un noto clan siciliano, in carcere per reati mafiosi e classificato AS3 (scala massima di pericolosità), improvvisamente e senza alcuna motivazione scaricava il suo destro contro la faccia del malcapitato agente a cui rompeva gli occhiali, atterrandolo. Non contento, lo stesso detenuto finiva la sua opera con un calcio sulla faccia del poliziotto». Sono intervenuti altri agenti per bloccare l’aggressore e soccorrere il collega ferito che è stato trasportato dal 118 all’ospedale Santissima Annunziata. Il segretario del Sappe ricorda poi il suicidio di un detenuto di 48 anni avvenuto nei giorni scorsi sempre nel carcere di Taranto. «Per il carcere di Taranto - osserva Pilagatti - al Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) hanno calibrato l’organico della polizia penitenziaria su una presenza di 300 detenuti, mentre ora ne ospita oltre 710, per cui o mandano via almeno 300 detenuti o incrementano l’organico di almeno 100 unità». Domani, a partire dalle ore 10, il Sappe «manifesterà - annuncia Pilagatti - davanti al carcere di Taranto. I poliziotti penitenziari si incateneranno per protestare contro questa situazione di estremo degrado. Inoltre, verranno bruciate le tessere di riconoscimento e continuerà la raccolta firma per chiedere il passaggio della polizia penitenziaria alle dipendenze del Ministero degli Interni».