Cani avvelenati a Partanna e a Caltanissetta, esposti alle procure e taglia di 5 mila euro sui responsabili
È allarme avvelenamenti cani in Sicilia. E così dopo i due recenti casi a Trapani e Caltanissetta, l'associazione italiana difesa animali ed ambiente ha deciso di presentare due esposti alla magistratura. Domani mattina, infatti, verranno presentati tutti i documenti alle procure di Trapani e Caltanissetta ed in particolare, alla prima verrà inviato un esposto più approfondito. In Sicilia, secondo i dati diffusi dall'Aidaa, da inizio anno si sono registrati oltre 3mila cani avvelenati, nella stragrande maggioranza dei casi randagi.
Avvelenamento cani a Partanna, l'esposto
L'avvelenamento di otto cani (7 adulti e 1 un cucciolo) avvelenati in contrada Marcato, a Partanna, nel Belice, era stato segnalato dal sindaco Nicola Catania, che aveva presentato una denuncia. "Pur apprezzando la immediata denuncia del sindaco - fanno sapere gli animalisti di Aidaa - a Partanna occorre andare a fondo alla questione degli avvelenamenti e per questo oltre all'esposto che invieremo domattina alla procura abbiamo deciso di istituire una taglia di 5mila euro sulla testa del responsabile degli avvelenamenti, anche se crediamo che non sia una sola persona ma possa esserci dietro un organizzazione che si occupa di avvelenare cani a livello regionale".
Avvelenamento cani a Caltanissetta, l'esposto
L'Aidaa presenterà, sempre domani, un secondo esposto alla procura di Caltanissetta che riguarda in questo caso una serie di avvelenamenti diffusi nei piccoli comuni del nisseno. "Qui esistono testimonianze che parlano senza dubbio di presenza di organizzazione territoriale con lo scopo di usare il veleno per uccidere i cani in piccoli gruppi in modo che non si attiri troppo l'attenzione. Una strategia diversa rispetto ad esempio da quella applicata negli scorsi anni a Sciacca - scrive ancora l'associazione AIDAA - che attirò l'attenzione dei media nazionali, invece con avvelenamenti di piccoli gruppi si da meno nell'occhio, ma la possibile presenza di un organizzazione che si muove sul territorio di diverse provincie nell'isola non è da escludere anzi per capirne di più basterebbero esami approfonditi sui prodotti usati per avvelenare i cani".