Un pilota russo, 15 anni, batte due volte la mano sul cuore per poi tendere il braccio, in quella che appare una perfetta imitazione del saluto nazista. Quindi scoppia a ridere, mentre in sottofondo si ode l’inno nazionale italiano. Sono gli ingredienti di quanto avvenuto ieri (10 aprile) a Portimao (Portogallo), dopo una gara di kart vinta da Artem Severyukhin. Ma non finita lì. Anzi, preludio di una bufera che - nei giorni della guerra in Ucraina - porta al licenziamento da parte del suo team svedese e dall’annuncio dell’Aci di rapidi provvedimenti, probabilmente della revoca della licenza di guida concessa in Italia.
Il video della doppiamente infelice performance (per il gesto in sé e per il momento) è stato diffuso da Nexta tv, emittente di opposizione bielorussa, che trasmette dalla Polonia.
Difficile ipotizzare cosa sia passato per la testa del biondo Artem, che corre con licenza italiana (da cui il coinvolgimento dell’inno di Mameli) per un team svedese, Ward Racing. Certo il cortocircuito tra fatti, luoghi e vicende storiche è notevole: il saluto nazista mentre l’esercito di Putin massacra migliaia di persone con l’intento dichiarato di de-nazificare l’Ucraina.
Intanto l’adolescente pagherà quel braccio teso, che ha attirato l’attenzione della Federazione internazionale dell’automobile (FIA, sotto la cui egida si corre il Karting European Championship), dell’Automobile club d’Italia e creato imbarazzo in Svezia. La prima ha aperto un’inchiesta, l’ACI parla di «comportamento deplorevole» e fa sapere che domani (12 aprile) una giunta straordinaria aprirà un procedimento disciplinare che potrebbe concludersi con il ritiro della licenza. «Ci vergogniamo profondamente per il comportamento del nostro pilota» ha scritto Ward Racing sul proprio profilo Facebook, annunciando la volontà «di porre termine al suo contratto per le gare, non ritenendo più possibile continuare la cooperazione con Severyukhin». Oltre ad esprimere la «condanna nei termini più netti possibili» del gesto, che «non rappresenta in alcun modo punti di vista e valori di Ward Racing», il team ricorda di ospitare tre famiglie ucraine. «Siamo orgogliosi del nostro Paese che ha preso la storica decisione di inviare armi all’Ucraina per combattere contro l’esercito russo» aggiunge.
La vicenda richiama quella del ginnasta russo Ivan Kuliak. Rischia una squalifica di un anno dalle competizioni per aver indossato, durante la premiazione della gara di Coppa del mondo di ginnastica in Qatar di inizio marzo, la canottiera con al centro una Z, il simbolo che i militari russi dipingono sui mezzi corazzati e da trasporto dell’invasione in Ucraina.
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