Nell’ultimo interrogatorio ha raccontato la verità. E cioè che si è trattato di un omicidio passionale. Davide Fontana non ha ucciso Carol Maltesi per un gioco erotico finito male, ma avrebbe sfruttato il rapporto sessuale estremo con una chiara intenzione. «Poiché non poteva accettare di vivere senza la ragazza che tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022, gli aveva comunicato che intendeva lasciare Rescaldina e trasferirsi fra il Veronese, dove risiedeva il figlioletto, e Praga». Lo scrive il gip Angela Corvi nell’ordinanza di convalida del fermo del 43enne impiegato di banca reo confesso dell’omicidio della 26enne mamma di un bambino di sei anni. Uccisa, fatta a pezzi e i resti, conservati per due mesi in un congelatore, li ha poi gettati nel paese in provincia di Brescia che frequentava da bambino. «Si tratta di azioni che mostrano in maniera assolutamente lampante la ferma, pervicace, inamovibile volontà dell’indagato di evitare le conseguenze delle sue gravissime azioni e che dimostrano la sussistenza di un evidentissimo rischio di fuga quale ulteriore opzione da prescegliersi, per raggiungere gli scopi avuti di mira» Il dipendente di banca per Carol Maltesi aveva deciso di lasciare la moglie dopo sette anni di matrimonio, e con lei, che in rete aveva scelto il nome di Charlotte Angie, aveva prima iniziato a pubblicare foto sul sito Onlyfans e poi anche a girare film hard. «Pure acconsentendo a che la Maltesi, di cui si è rappresentato follemente innamorato, intrattenesse relazioni anche con uomini diversi, non poteva assolutamente accettare che se ne andasse lontano, abbandonandolo; e così, le toglieva barbaramente la vita, durante un gioco erotico che avevano concordato, approfittando della evidentemente incondizionata fiducia che la giovane riponeva in lui, tanto da farsi legare, imbavagliare ed incappucciare, rendendosi inerme nelle sue mani», scrive il gip di Brescia. «In sede di udienza di convalida - aggiunge -, l’indagato ha integralmente confessato i delitti, rivelando altresì il movente, di evidente natura passionale». Il giudice bresciano, che poi si è dichiarato incompetente territorialmente disponendo la trasmissione degli atti alla Procura di Busto Arsizio, spiega inoltre che Fontana ha ucciso «una giovanissima donna, madre di un bimbo ancora in tenera età, “colpevole” soltanto di volere seguire i propri progetti ed aspirazioni lontano dall’indagato».