Numero di contagi stabile nell’Isola, ma se il bollettino giornaliero dell’emergenza sembra in curva piatta, su base settimanale e sul fronte scuola le infezioni da SarsCov2 continuano ad aumentare. Lo dicono i dati dell’Ufficio scolastico regionale, che nel suo ultimo report, rispetto al precedente focus, registra un ulteriore rialzo sia nell’incidenza delle classi in quarantena, dal 7,8 al 9,3% sul totale degli istituti monitorati, sia nel tasso di alunni positivi, in Dad o in isolamento che frequentano la scuola dell’infanzia, la primaria e la secondaria di prima e secondo grado, con asticelle passate, rispettivamente, dal 2,2 al 2,6%, dal 2,8 al 3,5% e dal 3 al 3,6%. Ma l’incremento, spiega il commissario Covid della provincia di Palermo, Renato Costa, «non può certo destare stupore: era inevitabile, dopo l’allentamento delle regole nel mondo della scuola, ed è perfettamente in linea con quanto sta accadendo nella popolazione, dove le infezioni quotidiane o aumentano o non accennano a calare più tanto. Difatti, è diventato quasi impossibile tracciare la catena dei contagi e capire se, quando ci sono infezioni in famiglia, il virus sia entrato attraverso gli alunni, dalla scuola, o attraverso gli adulti». Quel che è certo, continua Costa, «è che a Palermo, nello screening effettuato alla Fiera del Mediterraneo, stiamo toccando tassi di positività giornalieri del 30%, e con questi numeri non possiamo escludere l’esordio di altre mutazioni più velocemente del previsto. Per adesso siamo in una fase di convivenza pacifica, con Omicron che circola parecchio senza tuttavia mordere più di tanto le persone, se vaccinate con terza dose. Ma più il virus si diffonde, più cresce la probabilità che si trasformi ancora. Il guaio è che ci stiamo dimenticando dell’epidemia, e mentre abbassiamo la guardia da una parte, dall’altra mettiamo 40mila persone allo stadio Barbera per la partita dell’Italia, con il rischio di avere moltissime positività nelle prossime ore». Il tutto, «mentre nei nosocomi stiamo impazzendo a causa dei tanti pazienti ricoverati per altri motivi, trovati postivi al tampone di controllo e quindi portati nelle corsie Covid in attesa della negativizzazione», conclude il commissario, che ieri, insieme al suo staff, ha effettuato i primi test sierologici (trenta in tutto) programmati per le circa 50 vittime della finta vaccinazione da parte dell’infermiera no-vax dell’ospedale Civico.