Dalle intercettazioni Fiduccia coinvolge anche il presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, e il presidente della Regione Nello Musumeci. «Questo è l’ultimo pizzino che mi hanno dato in assessorato». E ancora: il «"contatto" sono Miccichè o u prisirienti da Regione, iddi sunnu», affermava il direttore generale dell’Ast il 3 febbraio 2020 conversando con un altro dipendente della controllata della Regione. Per i pm Fiduccia utilizzava l’azienda «come fosse cosa propria», effettuando assunzioni «non necessarie», con «logiche politiche», appesantendola di spese. Lo stesso giorno Fiduccia - si legge nel provvedimento emesso dal gip di Palermo, Marco Gaeta - prosegue: «U iouco forte u fa la politica. Io ne infilo qualcuno, no ca' io infilo tutto». A Palermo, infatti si sarebbero dovuti inserire 5 lavoratori e invece furono 25. Fiduccia è costretto ad ammettere: «Stiamo addiventando assai». Spiega: «A Palermo ce ne volevano cinque, ce ne sono venticinque». Assunzioni inutili, che pesano sul bilancio dell’azienda regionale. La conversazione prosegue e il dipendente chiede al dg se Dalì (Eusebio, vice presidente di Ast, ndr) c'entri niente e Fiduccia risponde: «Dalì è con Miccichè». Il 15 febbraio è Dalì che dialoga con Gaetano Carmelo Maria Tafuri (indagato in questa indagine) ed entrambi si lamentano - scrive il gip - delle continue segnalazioni di personale da assumere in Ast provenienti da influenti esponenti politici del partito Forza Italia: «Dalì afferma di avere risposto a Miccichè Giovanni, detto Gianfranco, che qui, ossia in Ast, sta diventando l’ufficio di collocamento di Forza Italia, nella loro testa diciamo».
Scattano smentite e denunce
«Chiedo al signor Fiduccia di indicare alla procura i nominativi delle persone assunte su mia pressione, altrimenti lo denuncio per diffamazione. Non credo di avere il suo numero di telefono, né mi ricordo come sia fatto fisicamente. Quello di tirare fuori il mio nome sta diventando uno sport insopportabile», replica il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, sull'inchiesta per corruzione e truffa che ha coinvolto l’Ast, l’azienda trasporti siciliana della Regione. «Com’è noto a tutti in Sicilia, il governo della Regione ha formalmente mosso in questi anni tutti i rilievi possibili al direttore dell’Ast, che ho incontrato una sola volta, in riunione al Palazzo d'Orleans - credo nel 2020 - e al quale ho manifestato pubblicamente tutta la mia disistima, chiedendo al presidente dell’Ast di rimuoverlo. Alla luce delle intercettazioni oggi diffuse, ho dato mandato ai miei legali di presentare una denuncia», afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. «Sono orgoglioso, invece, che nell’ordinanza - ancora una volta - si evidenzi come l’attività del mio governo abbia impedito la commissione di atti illegittimi. Siamo stati contro ogni malaffare e adesso (e nel futuro) emergerà sempre la nostra linearità di condotta rispetto a certe abitudini che, forse, si vogliono dimenticare», conclude.