La strage di Licata: anche la vittima teneva una pistola in cassaforte. I parroci: riaffiora il dramma di Caino
La Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, ha conferito l’incarico al medico legale per effettuare l’autopsia sulle quattro vittime della strage di contrada Safarello a Licata (Ag). Il medico legale comincerà già oggi con gli esami che verranno effettuati nella camera mortuaria dell’ospedale «San Giovanni di Dio» di Agrigento, ma appare improbabile che possano essere ultimati in giornata. I carabinieri della compagnia di Licata hanno, intanto, accertato che anche Diego Tardino, il quarantaquattrenne ucciso assieme alla moglie e ai due figli di 15 e 11 anni dal fratello Angelo poi morto suicida, aveva una pistola regolarmente detenuta. L’arma però è rimasta all’interno della cassaforte, nella sua abitazione di campagna. La vittima, di fatto, non s’aspettava che il fratello più grande fosse armato e ieri mattina, di buon ora, gli ha aperto tranquillamente la porta di casa. Gli investigatori non sono riusciti ad aprire la cassaforte di Diego Tardino e hanno chiamato, in serata, i vigili del fuoco ed un fabbro. All’interno è stata trovata una pistola regolarmente detenuta dalla vittima. L’uomo aveva anche un fucile, trovato in casa, e una vecchia carabina. Angelo Tardino, 48 anni, che dopo aver ucciso il fratello, la cognata e i due nipotini si è tolto la vita aveva invece 4 armi, anche queste regolarmente denunciate.
I parroci: riaffiora il dramma di Caino
La Comunità ecclesiale di Licata con i suoi parroci intanto interviene con una lettera che comincia con una citazione - «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini di oggi, dei poveri soprattutto, e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le sofferenze dei discepoli di Cristo» (Gaudium et spes, 1) - per poi aggiungere che «riaffiora il dramma di Caino, specchio di una società malata e confusa che cerca “il profitto” calpestando il diritto alla vita. Come Comunità ecclesiale non possiamo tacere. Abbiamo il dovere di annunciare il Vangelo della misericordia, del perdono, del rispetto per la vita, dal suo nascere al suo naturale compimento, di affermare, soprattutto, il primato dell’essere sull’avere. A nome di tutte le comunità parrocchiali di Licata, esprimiamo il nostro profondo cordoglio ed affidiamo al Dio della misericordia e dell’amore questi nostri fratelli e sorelle che, oggi, hanno tragicamente concluso la loro vita terrena, assicurando la nostra preghiera e vicinanza a quanti sono stati colpiti dal grave e pesante lutto». La nota è firmata dai parroci don Pino Agozzino , don Tommaso Pace, don Salvatore Licata, don Leopoldo Argento , don Gaetano Vizzi, don Stefano Principato, don Salvatore Cardella, don Angelo Fraccica, don Francesco Burgio, don Giovanni Scordino.