Scuole chiuse in Sicilia, i prefetti di Palermo e Trapani ai sindaci: illegittimo, tornate indietro
Chiusure illegittime. Si riassume in queste due parole la nota inviata dai prefetti di Palermo e Trapani dopo la decisione dei sindaci delle rispettive province di sospendere l'avvio delle lezioni. Un invito a tornare sui loro passi e a seguire le regole dettate da Roma sul ritorno tra i banchi in zona gialla, mentre in alcune città si moltiplicano i ricorsi contro le ordinanze dei sindaci. A Messina, invece, è intervenuto il Tar che ha sospeso la decisione di Cateno De Luca. La nota del prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, inviata ai sindaci della provincia ma anche al presidente della Regione e al direttore generale dell'Asp, ricorda cosa prevede la normativa nazionale: i presidenti delle Regioni o i sindaci possono derogare alle norme sulla riapertura delle scuole in presenza di focolai o di “rischio estremamente elevato” di diffusione del Covid. Forlani ricorda anche che Nello Musumeci ha firmato una ordinanza in cui prevede la possibilità di chiusura delle scuole solo nei territori in zona rossa o arancione. Il prefetto dunque sottolinea che al momento "nessun Comune della Provincia di Palermo risulta essere stato dichiarato zona rossa o arancione e dunque nella condizione di potere adottare provvedimenti di sospensione dell’attività scolastica". In ogni caso, aggiunge, serve il parere dell’Asp". Anche il prefetto di Trapani Filippina Cocuzza ha chiesto ai sindaci di fare un passo indietro, tanto più se si considera che nel capoluogo della provincia la chiusura è prevista fino al 21 gennaio. Rimarcando il valore della didattica in presenza, il prefetto chiede di "valutare ogni possibile diversa soluzione solo a seguito di specifica indicazione dell’Azienda sanitaria provinciale”.