Venerdì 22 Novembre 2024

Scuole chiuse in Sicilia? Pronte le ordinanze dei sindaci ma d'intesa con le Asp

Le famiglie siciliane sono in attesa di conoscere cosa avverrà lunedì 10 gennaio: si tornerà a scuola oppure no? Da un lato, gli appelli dei sindaci a non riaprire le scuole e ricorrere alla dad almeno per due settimane, dall'altra il governo non sembra avere alcuna intenzione di ascoltare le richieste. La Regione è stata chiara: i sindaci in zona arancione e rossa possono emanare ordinanze di chiusura ma in gialla, visto il dilagare dei contagi, che succede?

Regione, la riunione della task force e il ruolo dei sindaci

Oggi la Regione Siciliana ha convocato una task force regionale per cercare soluzioni ed emanerà una circolare da inviare ai sindaci e ai dirigenti nella quale verranno chiarite le linee da adottare. Il governo, essendo l'Isola in zona gialla non ha il potere di rinviare l’apertura delle scuole e mandare gli studenti in Dad. Questa decisione, però, può essere assunta dai sindaci, visto che si tratta di emergenza sanitaria ed è un ruolo nelle loro competenze, ma per farlo occorre il parere positivo delle rispettive Asp o quanto meno un'intesa.

Sindaci siciliani dicono no alla ripartenza, pronte ordinanze

Oltre 200 sindaci, ieri sera, hanno partecipato ad una riunione urgente indetta dal presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, per fare il punto sulla ripresa delle lezioni e hanno sottolineato, ancora una volta, la necessità di riprendere le lezioni in Dad. I primi cittadini sono pronti ad emettere le ordinanze di slittamento del rientro a scuola, di almeno una settimana, se dopo la task force la Regione non dovesse intervenire.

In Sicilia, le scuole dove si potrà rinviare il rientro

Il governo regionale, ieri, ha emanato un'ordinanza dove sta scritto che "nei territori dichiarati zona rossa o arancione e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta al rischio estremamente elevato di diffusione del virus Covid-19 nella popolazione scolastica, previo parere tecnico-sanitario obbligatorio e conforme dell’Asp territorialmente competente, il sindaco può adottare provvedimenti di sospensione, totale o parziale, delle attività didattiche, con conseguente adozione della didattica a distanza". Le misure restrittive anti-Covid saranno in vigore in 42 comuni: Caltanissetta, Enna, Siracusa. In provincia di Agrigento: Canicattì e Palma di Montechiaro; in provincia di Caltanissetta: Caltanissetta e Gela; in provincia di Enna: Agira, Aidone, Assoro, Barrafranca, Calascibetta, Catenanuova, Centuripe, Cerami, Enna, Gagliano Castelferrato, Leonforte, Nicosia, Nissoria, Piazza Armerina, Pietraperzia, Regalbuto, Sperlinga, Troina, Valguarnera Caropepe e Villarosa; in provincia di Messina: Capizzi; in provincia di Siracusa: Augusta, Avola, Canicattini Bagni, Carlentini, Floridia, Francofonte, Lentini, Melilli, Noto, Pachino, Palazzolo Acreide, Portopalo di Capo Passero, Priolo Gargallo, Rosolini, Siracusa, Solarino, Sortino. La “zona arancione” è attualmente in vigore fino al 12 gennaio anche in altri quattro Comuni: Caronia e Santa Lucia del Mela nel Messinese; Ribera nell'Agrigentino; Gravina nel Catanese.

Prime ordinanze già emesse

Ci sono sindaci che hanno già deciso di non ripartire. Lezioni in dad a Messina con ordinanza già emanata dal sindaco De Luca; sempre nel Messinese a Sant’Agata di Militello, Torrenova, Taormina. I sindaci dell’Agrigentino si sono messi tutti d’accordo fra loro e non riapriranno le scuole. Nel Palermitano stop alla ripartenza delle lezioni a Caccamo, Misilmeri e Trappeto ma sono tanti i sindaci che in queste ore stanno predisponendo ordinanze di chiusura.

Ministro Bianchi, i ragazzi restino in aula

"Bisogna "tutelare il più possibile la presenza e, con essa, i nostri ragazzi e i bambini che vengono da due anni difficili", ha detto il ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi. "Nessun governo nazionale dei grandi Paesi europei, come Francia o Spagna - sottolinea -, ha chiuso le scuole", che "devono essere le ultime a chiudere". "Il ricorso massiccio alla dad, oggi, come se i vaccini non ci fossero, sarebbe un errore", ripete Bianchi, che individua proprio nella profilassi il motivo per mantenere le lezioni in presenza. Il ministro nelle ultime ore ha ribadito che i presidenti di Regione possono intervenire solo in zona rossa e in circostanze straordinarie. Condizioni che non ci sarebbero e per questo Bianchi ritiene che vi siano "gli estremi per impugnare quell'atto".

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