
Il sogno concretissimo di una Regione «delle carte in regola». L’aveva Piersanti Mattarella che ne stava costruendo, mattone dopo mattone, l’edificio politico e ideale, fatto di scelte di principio e di governo solidissime e dirompenti. Buttato giù la mattina dell’Epifania di 42 anni fa, sotto i colpi inferti da una oscura strategia contro il Paese. Oltre quattro decenni dopo, non si è interrotto, invece, lo sforzo di una ricerca della verità che procede a fatica lungo la pista di una saldatura tra Cosa nostra e il terrorismo nero, di un delitto politico-mafioso. Domani anche Palermo ricorda il suo presidente della Regione, ucciso il 6 gennaio 1980. Così come la natia Castellammare del Golfo con una breve cerimonia nel cimitero comunale.
TRA LE BRACCIA DEL FRATELLO
Piersanti Mattarella era uscito dalla sua abitazione di via Libertà ed era salito a bordo della sua Fiat 132 per andare a Messa, insieme alla suocera, alla moglie Irma Chiazzese e ai figli Maria e Bernardo. Niente scorta: il presidente la rifiutava nei giorni festivi, voleva che anche gli agenti stessero con le loro famiglie. Si era appena messo al volante, quando si avvicinarono i killer che spararono una serie di colpi. Accanto a lui il fratello Sergio, oggi presidente della Repubblica, che lo prese tra le sue braccia. Il 24 maggio di quell'anno avrebbe compiuto 45 anni. Dal punto di vista processuale, peraltro, la collaborazione tra «neri» e mafiosi, in vari fatti e azioni criminali, basata su un presunto scambio di favori tra mafia e terrorismo di estrema destra, era già stata più volte sostenuta, ad esempio per la strage del dicembre 1984 del Rapido 904.
"IPOTESI SUGGESTIVA"
C'è poi il capitolo sulle armi che uccisero Piersanti Mattarella e il giudice antiterrorismo Mario Amato; sono dello stesso tipo, una Colt Cobra calibro 38 Special, ma non c'è alcuna certezza sulla loro identità: non si può dire cioè che il presidente della Regione Sicilia e il giudice, assassinati rispettivamente a Palermo e a Roma, nell’arco di poco meno di sei mesi, nel 1980, siano stati uccisi con la stessa pistola. Si tratta, allo stato, di un’ipotesi ritenuta «suggestiva», ma sulla quale non ci sarebbero ancora i necessari riscontri tecnici.
Giovanni Falcone il 3 novembre 1988 in una audizione in Antimafia definì l’indagine «estremamente complessa», dal momento che «si tratta di capire se e in quale misura la pista nera sia alternativa rispetto a quella mafiosa, oppure si compenetri con quella mafiosa, nell’ambito di un presunto scambio di favori tra mafia e terrorismo di estrema destra.
"IL MINISTRO DELLA GUERRA"
Nel più recente atto d’accusa della procura generale di Palermo sui presunti assassini dell’agente Nino Agostino sono finite anche le indagini condotte dalla Dda da cui sono emersi rapporti di Agostino, cacciatore di latitanti, con il magistrato ucciso nella strage di Capaci nella fase in cui questi stava conducendo investigazioni delicatissime sulla 'pista nerà. Nino Madonia, killer di Nino Agostino e di sua moglie, «è stato il vero ministro della guerra e ministro di polizia di Cosa nostra - ha detto l’avvocato Fabio Repici, legale di parte civile nel processo Agostino - il più pericoloso esponente della storia della mafia siciliana, ed è anche il killer di Piersanti Mattarella. Un delitto per il quale non è mai stato processato». Nero, di certo, oscuro, fitto, resta ancora il mistero su un delitto voluto e progettato - su questo nessun dubbio - da «menti raffinatissime».
UNA QUADRERIA IN SUO NOME
L’Assessorato dell’Economia commemora la figura di Piersanti Mattarella, Presidente della Regione Siciliana, nel 42' anniversario dell’uccisione, con l’istituzione della quadreria d’arte contemporanea composta da 14 dipinti. Mattarella lavorò all’Assessorato di via Notarbartolo quale Assessore alla Presidenza con delega al Bilancio per un lungo e proficuo periodo, dal 1971 al 1978, offrendo un contributo determinante al riordino finanziario e contabile della Regione ed all’introduzione della programmazione economica regionale. I quadri, appartenenti al patrimonio regionale, sono in gran parte provenienti dalle liquidazioni di E.M.S. (Ente Minerario Siciliano) ed E.S.P.I. (Ente Siciliano per la Promozione Industriale, per quest’ultimo è ormai definitiva la chiusura). La quadreria potrà essere visitata, su richiesta e nel rispetto della normativa anti COVID-19, dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 13:00.
IL RICORDO DI ORLANDO
"Sono passati quarantadue anni dall’omicidio di Piersanti Mattarella e sono ancora troppe le zone d’ombra di un’uccisione che ha segnato la storia del nostro paese". Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che oggi parteciperà in via Libertà alla cerimonia commemorativa del 42esimo anniversario dell’omicidio di Piersanti Mattarella. "Mattarella - ha aggiunto - è stato vittima di un potere criminale-mafioso legato a doppio filo con l’eversione fascista e con alleanze locali e internazionali. Per Mattarella il compromesso storico, interrotto col sequestro e il delitto di Aldo Moro, rappresentava la convinzione di un dialogo, della condivisione di un percorso che in quegli anni sarebbe stato rivoluzionario". Saranno presenti il Prefetto Giuseppe Forlani, autorità civili e militari. A Castellammare del Golfo, nel corso di una cerimonia non aperta al pubblico, il sindaco Nicolò Rizzo deporrà una corona d’alloro sulla tomba di Piersanti Mattarella.
7 Commenti
Maffei sergio
05/01/2022 20:21
Nulla di nuovo con tutti i depistaggi di cui oggi abbiamo preso coscienza non ci aspettiamo verità e giustizia ma solo quello che ci vogliono propinare. Con l'attuale situazione di carrierismo e politica dai diversi colori ma di comuni intenti insabbiato quando ricevono ordini di insabbiare. Ai posti chiave ci sono persone che prendono ordini e facilmente si svendono.
L'Indignato speciale
06/01/2022 10:52
Con questi ragionamenti non non ci sarà futuro per i giovani. La società Italiana ed in particolare Siciliana è questa. I politici li votiamo e li scegliamo noi . La magistratura e le forze dell'ordine fanno la loro parte per scoprire questi fenomeni criminali e molti loro rappresentati ci hanno rimesso anche la vita ..... Giustizia significa ricerca della verità con prove e non la verità a tutti i costi che faccia comodo a qualcuno ..... Carriere per insabbiamenti, depistaggi ed ordini illegali prima di lanciare accuse devono essere dimostrati con prove . E' una moda vecchia ed anche attuale che quando non si riesce a ricostruire un episodio criminale o presunto criminale, con prove concrete, si pensa sempre a depistaggi ed insabbiamenti .
Cupido
05/01/2022 20:36
Anche Il presidente della repubblica ci ha perso le speranze....vedi in che paese viviamo, fra massoni,Vaticano e la mafia nn abbiamo uscita.
Punti di vista
06/01/2022 08:32
Ma quali massoni e vaticano. Probabilmente l'ambiente all'interno del quale è maturato il delitto, è il triangolo ancora oggi spesso criminale tra politica, imprenditori e mafia, quest'ultima solo esecutrice più che ideatrice del delitto.
Duke
05/01/2022 21:24
E con queste ombre, i responsabili ,sono in vacanza...al fresco
Vanterie
05/01/2022 21:28
Vantarsi, vantarsi di tante cose futili. Dove non c'è sicurezza, chi dice pace è ingannatore.
Giuseppe
05/01/2022 22:40
Questa e politica di terrorismo puro niente verita dove lho stato e colpevole, onore e groria a piersanti mattarella, colui che voleva cambiare, e cosi x secoli la sicilia restera, con civilta di ignoranti e mafiosi.
Cupido
06/01/2022 09:25
Come diceva il maestro Battiato "Povera patria"
Giovanni Pelessoni
06/01/2022 15:29
Anche questo atto come altri, simile a questo, tra le altre considerazioni, sul merito degli stessi, non fanno che consolidare la convinzione del rapporto che esiste, in Italia, tra la mafia e lo stragismo nero, anche se si ha l'insostenibile impudenza di affermare che, in questa Nazione, il Fascismo non esita, in quanto sarebbe scomparso dopo la caduta del passato Regime fascista e la cacciata nelle fogne di chi ne faceva parte e lo aveva sostenuto.