Giovedì 14 Novembre 2024

Più di sei ore di ritardo in pochi giorni, il Frecciabianca non decolla in Sicilia

Venti minuti un giorno, dieci un altro, piccoli inconveniente qua e là. Fatto sta che, nel giro di otto giorni, nei viaggi tra Palermo, Catania e Messina, il Frecciabianca, il treno arrivato in Sicilia solo qualche settimana fa, ha accumulato più di 400 minuti,  di ritardo. Lo dice il monitoraggio del comitato pendolari siciliani, che ha presentato sabato un report. 

E anche in questo caso, l'ironia ha corso velocissima sul web, si sa, e tutto viene passato inesorabilmente ai raggi x. Per questo in moltissimi hanno storto il naso al trionfale annuncio del Frecciabianca. "Altro che alta velocità e futuro", hanno detto moltissimi utenti. 

Ad onor del vero, nessuno ha mai parlato di alta velocità, nel presentarlo. Dopotutto, è stato spiegato più volte, è un treno che può raggiungere i 200 chilometri orari (al massimo, ma sui binari dell'Isola tocca al massimo i 160), considerato ormai obsoleto nel resto d'Italia, presentato come una rivoluzione quando rivoluzione non è, è una cosa che ha dato a molti fastidio.

E che non fosse una rivoluzione era una cosa già chiarita tra l'altro dagli stessi protagonisti della presentazione, dal sottosegretario Cancelleri all'assessore Falcone a l'ad di Trenitalia Corradi, che avevano parlato di un primo step. Però, evidentemente, qualche frase ad effetto deve essere scappata, ed è arrivata la mannaia social.

E' vero, il Frecciabianca è molto più comodo e più confortevole rispetto alla media dei convogli siciliani, ma ha un grandissimo difetto agli occhi della gente: non abbatte per nulla i tempi di percorrenza. E se si parla di alta velocità e poi da Palermo a Catania ci mette lo stesso tempo di prima (tre ore, più o meno, quasi quanto tra Roma e Milano), allora c'è qualcosa che non va.

Ed ora questi ritardi, ai quali Trenitalia non ha dato risposta, che non dovrebbero esistere in teoria visto che è un treno che fa pochissime fermata (Enna, Caltanissetta, Catania, più Palermo e Messina): peccato però che anche qui, col binario unico, per rispettare le coincidenze, qualche stop "extra" sia praticamente obbligatorio. 

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