«Dopo la notizia del febbraio 2015 sull’indagine di mafia a carico di Antonello Montante, io e Alfonso Cicero avevamo compreso che Montante era molto pericoloso in quanto, diversi pentiti, lo avevano accusato di essere organico a «Cosa nostra» sin dagli anni '90. Anche altri fatti inquietanti successivi evidenziarono la sua pericolosità». Lo ha detto l’imprenditore ed ex assessore regionale alle Attività Produttive, Marco Venturi, durante la sua deposizione nel corso dell’udienza di questa mattina del processo con rito ordinario sul cosiddetto «Sistema Montante», rispondendo al pm Maurizio Bonaccorso.
«Montante faceva il doppio gioco e Cicero rischiava con le sue denunce»
«Montante - ha continuato Venturi - faceva il doppio gioco a discapito di Alfonso Cicero il quale, rischiando la sua incolumità, denunciava con grande coraggio il malaffare e la mafia nelle aree industriali della Sicilia. L’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo, aveva fatto di tutto per fare saltare la riforma delle aree industriali, così come, sotto-traccia, aveva fatto Montante. Sono stato io, nella qualità di assessore regionale tecnico, a convincere molti deputati regionali, di maggioranza e di opposizione, ad esprimersi favorevolmente per la riforma delle Asi. Lombardo, voleva che isolassi l’ex presidente Irsap Alfonso Cicero nel mentre denunciava con coraggio il malaffare nelle aree industriali di Enna e di Caltanissetta rischiando per la sua incolumità. Montante - ha proseguito Venturi - non ha mai firmato un atto di costituzione di parte civile contro la mafia. Sono stato io a firmarli gli atti di costituzione di parte civile nei processi contro la mafia, quale vice presidente di Confindustria Caltanissetta, tra i quali la costituzione di parte civile nel processo Munda Mundis ed altri».
Sono 17 gli imputati
Sono 17 gli imputati: l’ex presidente del Senato Renato Schifani, l’ex direttore dell’Aisi Arturo Esposito, il caporeparto dell’Aisi Andrea Cavacece, Massimo Romano, Massimo Cuva, il colonnello dei carabinieri Giuseppe D’Agata, il sindacalista Maurizio Bernava, gli imprenditori del settore sicurezza Andrea e Salvatore Calì, Rosetta Cangialosi, Carmela Giardina e Vincenzo Mistretta (tre dipendenti di Montante), il poliziotto Salvatore Graceffa; il dirigente di Confindustria Carlo La Rotonda; il maggiore della Guardia di Finanza Ettore Orfanello; il luogotenente Mario Sanfilippo e il colonnello dei carabinieri Letterio Romeo.
Caricamento commenti
Commenta la notizia