«Nel settembre 2015 cercai di parlare con il presidente nazionale di Confindustria di allora, Squinzi. Ci furono una serie di messaggi, inizialmente cordiali, in cui chiedevo un incontro con lui per denunziare i gravi fatti che stavano succedendo a Caltanissetta per cui non si stava applicando il codice etico, visto che il presidente regionale Antonello Montante era indagato per mafia e i pentiti dicevano che era organico a Cosa Nostra. Fatti gravissimi che ledevano l’onorabilità di Confindustria e che prevedevano, secondo il codice etico, l’espulsione». A raccontare i suoi rapporti con Confindustria a partire dal settembre del 2015, dopo una sua intervista-denunzia, è l’imprenditore ed ex assessore regionale alle Attività Produttive, Marco Venturi, durante la sua deposizione nel corso dell’udienza del processo con rito ordinario sul cosiddetto «sistema Montante», rispondendo al pm Maurizio Bonaccorso.
"Avevo subito un ingiusto processo e lascia Confindustria"
«Squinzi mi manda un sms - continua Venturi - dicendomi che era a Taranto. Di lì a poco vengo a sapere che a quel convegno di Confindustria c’era anche Montante e dopo una mezz’oretta mi arriva la convocazione da parte dei probiviri nazionali. Premetto che questi ultimi erano tutti uomini messi lì da Montante, tutti suoi amici, tra cui il segretario Federico Landi. Nel pomeriggio, finito il convegno Squinzi fa un comunicato stampa in cui esprime massima solidarietà a Montante. Di lì a poco io gli scrivo dicendo che ero rimasto allibito che prima ancora di ascoltarmi avesse preso posizione dando solidarietà a Montante. Il giorno dopo ho subito un’altra nota da parte dei probiviri in cui scrivono che non avrei più dovuto comunicare con la stampa». Venturi aggiunge: «Il primo ottobre 2015 diedi le dimissioni da dirigente di Confindustria dopo avere subito un ingiusto processo da parte di probiviri di per avere rilasciato dichiarazioni alla stampa sull’indagine di mafia riguardante Montante. Confindustria nazionale, invece di espellere Montante per la pesante indagine per mafia, mi fece un ‘processò per tentare di ostacolarmi in tutti i modi».
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