In coda al bancone della farmacia, in abiti civili, ha reagito a un tentativo di rapina ed è stato accoltellato. Sono gravi a Torino le condizioni di un carabiniere, ferito al torace e a una gamba da tre fendenti, uno dei quali avrebbe interessato un polmone. Intubato, è stato ricoverato in codice rosso all’ospedale San Giovanni Bosco.
«Un fatto gravissimo» per il sindaco Stefano Lo Russo, in contatto con il comandante provinciale dell’Arma, generale Claudio Lunardo, per avere «aggiornamenti sulla salute dell’eroico carabiniere, intervenuto con grande spirito di servizio anche se non operativo». L’aggressione in corso Vercelli. Il militare, brigadiere in servizio presso la compagnia Oltre Dora, ha sorpreso due banditi travisati che stavano per mettere a segno una rapina nella farmacia. Non armato, si è qualificato e, per distrarre i malviventi, ha lanciato contro loro alcuni medicinali presenti sul bancone. Spaventato, uno dei due criminali avrebbe estratto una pistola, poi rivelatasi una scacciacani, e avrebbe sparato a salve. I colpi non hanno spaventato il brigadiere che, accortosi dell’inoffensività dell’arma, ha tentato di bloccare i malviventi ed è stato accoltellato. Tre i fendenti andati a segno, due al torace e uno a una gamba, poi i rapinatori sono fuggiti a bordo di uno scooter.
«Mi auguro che il brigadiere possa rimettersi presto», afferma il sindaco Lo Russo. «Esprimo la piena solidarietà all’arma dei carabinieri - aggiunge il primo cittadino - e la mia profonda vicinanza al brigadiere ferito».
«L'augurio è che il collega possa farcela e a lui va il nostro primo pensiero. Ma non possiamo non sottolineare per l'ennesima volta, che non disponiamo di mezzi e nome idonei a fronteggiare i delinquenti. Se usiamo l’arma in dotazione ci indagano, urlando all’abuso. Se non la usiamo, finiamo morti ammazzati. Adesso basta, la misura è colma», commenta Fabio Conestà, segretario generale del Movimento sindacale autonomo di polizia (Mosap). «Il collega che in quel momento era in farmacia come cliente - spiega Conestà - è riuscito a disarmare uno dei ladri armato di pistola, poi rivelatasi una scacciacani. In quel momento però il complice ha estratto un coltello sfiorando diversi fendenti. Poteva accadere, come già successo, anche con colleghi in servizio. Per questo ribadiamo la necessità di essere dotati di taser quanto prima e di ricevere protocolli operativi idonei che ci permettano di fronteggiare al meglio queste situazioni senza dover scegliere tra la barella e il banco degli imputati».
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