Giulia Scaffidi, 17enne di origini siciliane morta per anoressia. Il fratello: «Il digiuno non fa belle»
La sua storia in poche ore ha fatto il giro del web. Giulia Scaffidi, 17 anni, è stata stroncata dall'anoressia. Una tragedia che ha suscitato ancor più clamore e rabbia dopo le parole del fratello Tony pubblicate dal Corriere della Sera: «Attenzione ai falsi messaggi che arrivano dal mondo delle fashion blogger e dai social. Se aspirate ad apparire più belle, non è rinunciando al cibo che lo raggiungerete». Giulia, che da 3 anni soffriva di anoressia, è deceduta lo scorso 25 novembre all'ospedale di Lodi dopo 7 ore di coma. Residente a San Martino Pizzolano ma di origini siciliane, la giovane tra un mese avrebbe compiuto 18 anni. Tony, fratello maggiore della ragazza, è art director e make-up artist, conosce il mondo della moda, le aspettative, i sogni delle giovanissime. Non ha dunque esitato a raccontare il dramma vissuto dalla sorella che era arrivata a pesare 26 chili, senza rendersi conto di quanto fosse grave la situazione. «Si vedeva perfetta, si truccava ogni giorno, usava creme per il viso e smalti per far risaltare quella bellezza che, dal suo punto di vista, aveva finalmente raggiunto», racconta il fratello. Due giorni dopo il funerale Tony Scaffidi ripensa al dramma che ha colpito la sua famiglia ma è quasi sorpreso che il suo appello rivolto alle ragazze che vogliono sentirsi più belle abbia fatto il giro del web. «Dopo il funerale ho detto quelle parole di pancia, non mi aspettavo un tale clamore - dice a Gds.it -. Spero così di aver messo in guardia tante giovani e tante famiglie nella speranza che non debbano provare il dolore che abbiamo provato noi». La famiglia, originaria della Sicilia, vive al Nord da quasi quarant'anni. "Io sono nato a Barcellona Pozzo di Gotto - racconta Tony -, Giulia no ma la nostra famiglia è siciliana, abbiamo casa a Capo d'Orlando». Giulia era stata ricoverata più volte. La prima, come hanno raccontato i familiari, a Piacenza dove è rimasta in cura per quattro mesi. Sembrava fosse uscita da quel tunnel, ma poi la situazione è precipitata di nuovo, fino ai ricoveri in un centro specializzato per i disturbi dell’alimentazione. «Come mia sorella ne ho viste fin troppe — ha raccontato il fratello —. Modelle che nella spasmodica ricerca della perfezione fisica vivono una vita di privazioni. Lavorano per ore e ore senza fermarsi mai: non mangiano nulla per tutto il giorno, nemmeno un caffè. Non so come possano reggere».