Il mistero di dove sia finito Mauro De Mauro è destinato a durare, chissà se per sempre oppure no. Non sarebbero suoi infatti i resti trovati in una grotta nei pressi dell'Etna, vicino Nicolosi, lo scorso 10 novembre.
L’ipotesi
A far nascere questa ipotesi sarebbero state delle particolarità fisiche compatibili con De Mauro e i resti trovati, come quella del naso, ma ci sarebbe una particolarità non da poco: le ossa trovate sull'Etna sarebbero compatibili a qualcuno scomparso solo sette anni più tardi. Secondo i rilievi eseguiti dalla Sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale dei carabinieri di Catania il decesso risalirebbe a un periodo compreso tra la fine degli anni Settanta e gli anni Novanta. Sembra l’uomo si sia entrato volontariamente nella grotta, difficilmente accessibile, e che sia morto per cause non violente: probabilmente non è riuscito ad uscire.
Il ritrovamento
A trovare il corpo è stato il fiuto del cane da ricerca e soccorso Halma, un pastore tedesco della Guardia di Finanza, che abbaiava e dava evidenti segni di interessamento all’ingresso della grotta. Indagini sono in corso per la sua identificazione. Franca De Mauro, una delle figlie, ha contattato la Guardia di finanza di Catania che indaga per risalire all’identità. La donna, leggendo sui media che i resti scoperti risalirebbero a un periodo compatibile con la scomparsa del padre e che il cadavere presenterebbe malformazioni a naso e bocca, ha voluto segnalare il suo caso agli inquirenti per dare loro un input investigativo. La De Mauro però non ha riconosciuto alcun oggetto trovato accanto al corpo, vestito in giacca e cravatta. Inoltre nelle tasche dell’abito c’era un pettine e la donna ha escluso che il padre lo portasse con sé. Quello della scomparsa del giornalista è un giallo mai risolto: tra le piste seguite negli anni dagli inquirenti c’è stata anche quella mafiosa. Il boss Totò Riina è stato processato e assolto dall’accusa di omicidio. Gli investigatori hanno a lungo scandagliato l’ipotesi che De Mauro, che collaborava alla realizzazione del film di Rosi sulla morte di Enrico Mattei, ne avesse scoperto movente e autori e che per questo fosse stato ucciso da Cosa nostra, esecutrice materiale di un delitto voluto da altri.