Dodici tornado hanno colpito la Sicilia in due giorni: tra martedì e mercoledì scorso, le imponenti trombe d'aria hanno devastato l'Isola provocando anche la morte di un 53enne a Frigintini, nel Modicano. Questi fenomeni sono sempre più ricorrenti e creano tanta preoccupazione tra i residenti. La colpa è, secondo gli esperti, anche del cambiamento climatico, come afferma Andrea Bonina, meteorologo di 3BMeteo, che precisa come acqua del mare più calda e atmosfera più calda siano un surplus a questi fenomeni atmosferici.
Abbiamo assistito a diversi fenomeni simili negli ultimi giorni, ma come si forma un tornado?
«Sono le manifestazioni più violente che si possono associare ai temporali e assumono caratteristiche di "temporali supercellulari" (super celle temporalesche), che necessitano di grandi energie. I tornado hanno dimensioni di centinaia di metri di diametro, una forma conica ad imbuto. Dobbiamo però distinguere tra trombe marine che si formano a mare, toccano terra, percorrono poche decine di metri e si dissolvono e i tornado veri e propri che invece si formano sulla terraferma. A Licata, abbiamo notato, però che la tromba marina ha percorso sulla terraferma più metri del solito. Nel Ragusano, invece, sono stati veri e propri tornado».
Perché adesso arrivano con questa frequenza?
«Dipende dalla situazione meteo e nelle ultime 48 ore si era formato un vortice di bassa pressione tra Sardegna e Sicilia che richiamava correnti umide ed instabili dal canale di Sicilia. L'atmosfera era predisposta a questi temporali e sul canale di Sicilia si è formato un vasto sistema temporalesco che ha colpito prima, la Sicilia occidentale ed in particolare l'Agrigentino e poi, si è spostato ad est, dove abbiamo avuto un tornado a Comiso e l'altro a Modica».
Che cosa dobbiamo temere in futuro?
«Con gli strumenti che abbiamo riusciamo a capire le situazioni di rischio, quando siamo in presenza di fenomeni avversi come ad esempio le alluvioni e vengono emanate le allerte. Una grandinata violenta, un temporale eccezionale che sfocia in tornado non si può prevedere con esattezza. Si tratta di fenomeni molto violenti e circoscritti che interessano aree talmente piccole che diventano imprevedibili. Bisognerebbe emanare allerte per vaste aree, ad esempio provinciali. Possiamo identificare su larga scala dove c'è un rischio ma non la zona esatta dove si manifesterà il fenomeno, non possiamo inquadrare tempistiche e localizzazione. Negli Usa, ad esempio, quando si è in presenza di fenomeni eccezionali, viene emanata l'allerta meteo anche se poi, magari, non si verificano i tornado».
I tornado, dunque, non si possono prevedere, ma come ci si può difendere?
«Dobbiamo investire sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione. Intanto occorre che i cittadini mettano in atto norme di auto protezione, ognuno deve sapere come comportarsi davanti a fenomeni estremi (rimanere a casa, evitare spostamenti, attraversamento di ponti, fiumi e sottopassaggi), poi le autorità devono provvedere alla chiusura delle strade a rischio ed infine occorrono interventi strutturali».
In che modo il cambiamento climatico influisce su questi fenomeni?
«Da inizio ottobre alcune località della Sicilia sud orientale hanno avuto piogge eccezionali, 800 mm in un mese e mezzo, precipitazioni abbondanti, addirittura ha piovuto più nell'ultimo mese che in tutto l'anno. Veniamo da un'estate calda e tra fine settembre ed ottobre è cambiato tutto, anche se non per forza ad un'estate calda e siccitosa corrisponde un autunno piovoso. C'è da dire che dal punto di vista climatologico tra ottobre e novembre ci sono state più piogge in Sicilia perché abbiamo avuto molti impulsi atlantici che hanno formato i cicloni di bassa pressione. Quando si formano questi vortici di bassa pressione, l'acqua più calda e l'atmosfera più calda possono contribuire alla nascita di fenomeni eccezionali, come è successo negli ultimi giorni in Sicilia».
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