La Polizia di Stato, nell’ambito di una vasta operazione condotta su tutto il territorio nazionale, ha eseguito 29 perquisizioni a carico di altrettante persone appartenenti a sodalizi No Vax - No Green pass, nei cui confronti vengono ipotizzati reati che vanno, a seconda delle diverse singole posizioni, dalla costituzione e partecipazione ad associazione segreta, all’istigazione all’interruzione di pubblico servizio e all’associazione per delinquere finalizzata a compiere danneggiamenti. In particolare, il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni della Liguria, con il coordinamento del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni e la partecipazione diretta dei Compartimenti di Milano, Torino, Bari, Roma, Firenze, Venezia, Trieste, Palermo e Catania, nonché delle Digos delle Questure di tali province (queste ultime su input della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione) ha eseguito, nelle prime ore di questa mattina, 24 delle complessive 29 perquisizioni, nell’ambito di una operazione, coordinata dalla DDA della Procura della Repubblica di Genova, tesa ad individuare i vertici e le figure intermedie di un’associazione segreta No Vax - No Green pass, i cui appartenenti operavano compiendo attività illecite pianificate da un numero ristretto di individui. Per entrare nell’associazione gli affiliati venivano sottoposti a specifici programmi di reclutamento e addestramento. Gli organizzatori agganciavano prima su Facebook gli utenti no vax e poi li invitavano su canali Telegram dove venivano mandati video su come organizzare azioni di sabotaggio o danneggiamenti senza essere scoperti. I proseliti, chiamati ‘guerrierì, dovevano compiere azioni di vandalismo contro i centri vaccinali, sabotare la campagna vaccinale e pubblicare, in maniera coordinata e ad orari prestabiliti, tramite account falsi, post denigratori che prendevano di mira in particolare politici, infettivologi e giornalisti. Specifici programmi di reclutamento erano stati previsti per i no vax appartenenti alle categorie dei sanitari, degli insegnanti e degli appartenenti alle forze dell’ordine. L’inchiesta era partita la scorsa estate e tra le persone finite nel mirino dei gruppi c’erano anche il presidente della Regione Giovanni Toti e l’infettivologo Matteo Bassetti.