Ospedali in allerta in Sicilia per il virus sinciziale, Corsello: "Come distinguerlo dal Covid"
Reparti pediatrici pieni in Sicilia e più in generale di tutta Italia, genitori in apprensione e notizi tragiche, come la morte di due neonati nel giro di pochi giorni, che non fanno altro che aumentare l'ansia. Il virus sinciziale è balzato prepotentemente alle cronache non solo per i moltissimi ricoveri provocati, ma anche perchè ne è stata colpita anche Vittoria, la figlia neonata di Chiara Ferragni e Fedez. La notizia è che, purtroppo, la situazione potrebbe anche peggiorare, visto che stiamo entrando nella fase più fredda dell'autunno e con l'inverno alle porte. Abbiamo chiesto al professor Giovanni Corsello, primario di Pediatria al Policlinico di Palermo e docente all'università, di fare il punto della situazione.
Cos'è il virus sinciziale
"Si tratta di un virus che se contratto nei primi mesi di vita del bambino provoca forme di bronchiolite gravi, che possono provocare manifestazioni cliniche nelle basse vie respiratorie, mentre nei bambini più grandi e negli adulti si risolve con sintomi lievi, come rinofaringite, febbre o tosse", dice Corsello. I più suscettibile sono, appunto, i neonati, che però, sono spesso protetti dagli anticorpi materni che si ‘trasmettono’ attraverso la placenta.
"Ci aspettavamo questo aumento rispetto alle settimane precedenti - continua - L'epidemia che solitamente arriva a dicembre-gennaio, ora è scoppiata con 2 mesi di anticipo. Questo perché per un anno e mezzo il virus non ha circolato grazie alle misure anti-Covid. Siamo un pò in affanno ma la situazione è sotto controllo".
Differenza col Covid?
A proposito, quale sono le differenza con il coronavirus? "Il virus sinciziale colpisce prevalentemente le vie aree basse, provoca un particolare sibilo ai polmoni e tosse, di solito non c'è febbre - continua Corsello -. Invece nel Covid solitamente si nota infezione nelle vie aree alte, che provoca febbre, laringiti, raffreddori e così via".
Esiste un vaccino?
"No, non esiste un vaccino specifico contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv – Respiratory syncytial virus), ma ci sono tre sperimentazioni in fase III di vaccini per le mamme e terapie con anticorpi monoclonali, indicati però solo per bimbi prematuri e particolamente fragili, quali i cardiopatici - dice Corsello -. Dobbiamo rispettare le misure di precauzione quali il lavaggio delle mani, le mascherine, il monouso dei fazzoletti da buttare sempre nella spazzatura, il distanziamento nel caso di un fratellino più grande malato e il non mandare a scuola i bambini prima che siano guariti, perché rappresentano fonte di contagio".
Ma cosa rischiano i bebè, soprattutto quelli che finiscono in terapia intensiva?
"Rischiano soprattutto i bambini molto piccoli, nei primissimi mesi di vita, anche se la mortalità per fortuna è molto bassa - conclude Corsello -. L'importante per tutti i genitori è mantenere la calma, è normale avere malanni per i più piccoli e problemini alle vie respiratorie. Bisogna sempre controllare l'evoluzione e stare sereni".