Mercoledì 18 Dicembre 2024

"Realizzato con materiale scadente": sigilli al ponte Morandi di Catanzaro e 4 arresti

Quattro persone arrestate, tre in carcere e uno ai domiciliari, nell'operazione "Brooklyn" condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro, con il coordinamento della Dda del capoluogo, e incentrata sui lavori di manutenzione del viadotto Morandi di Catanzaro e di un tratto della statale 280 dei due mari che ha portato al sequestro probatorio dello stesso ponte e della galleria Sansinato. Le indagini hanno permesso di acquisire gravi indizi a carico di due imprenditori operanti nel settore delle costruzioni e dei lavori stradali, che, consapevoli del rischio di incorrere in misure di prevenzione di natura patrimoniale, hanno costituito delle società intestandole fittiziamente a una loro collaboratrice, pur mantenendone il controllo di fatto. Una di queste società si è aggiudicata i lavori di manutenzione straordinaria per il ripristino del calcestruzzo del ponte Morandi e di rifacimento dei muri di contenimento di un tratto della Strada statale 280 "dei Due Mari". L'attività investigativa ha delineato un grave quadro indiziario, a carico degli imprenditori, titolari "di fatto" dell'impresa aggiudicataria dei lavori, i quali a causa di problemi finanziari, con la complicità del direttore dei lavori e di un ingegnere dell'Anas, avrebbero impiegato nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato. Inoltre è emersa l'appartenenza dei due imprenditori ad associazioni per delinquere già emerse nell'ambito della operazione "Basso Profilo", e finalizzate alla commissione di reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego e trasferimento fraudolento di valori. Fra gli indagati raggiunti dalla misura cautelare in carcere figura anche un ispettore della Guardia di Finanza, già coinvolto nell'operazione "Rinascita-Scott", ora indagato per corruzione in atti giudiziari e rivelazione di segreto d'ufficio per fatti commessi quando era in servizio alla Dda di Catanzaro. Il militare, nello svolgimento di indagini delegate sui due imprenditori, in cambio di utilità di vario genere, si adoperava per attenuare la posizione dei due, informandoli costantemente dello sviluppo del procedimento nei loro confronti.

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