Domenica 17 Novembre 2024

Terni, il sindaco vieta la minigonna con un'ordinanza anti-prostituzione: è bufera

Non si placa la polemica sull'ordinanza del sindaco leghista di Terni, Leonardo Latini, nella quale si fa «divieto a chiunque di mantenere un abbigliamento indecoroso o indecente ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione». L’ordinanza è stata letta da molti come un divieto di scollature e minigonne, nonostante il primo cittadino abbia chiarito di voler colpire solo nudità e comportamenti equivoci in modo da arginare la prostituzione. «La notizia che il sindaco di Terni, con la scusa del contrasto alla prostituzione, ha vietato con ordinanza l’uso di minigonne e abiti succinti, definendo genericamente 'abbigliamento indecoroso o indecente, ci lascia basiti», ha affermato Maricetta Tirrito, presidente del Laboratorio Una Donna, che ha chiesto «immediati chiarimenti». «Chi dovrà decidere infatti se una minigonna possa essere giudicata 'indecentè?», ha chiesto Tirrito, «chi controllerà che una scollatura sia da definire indecorosa? Con quali criteri ogni donna verrà sottoposta a un vaglio preventivo del proprio modo di esprimersi attraverso l’abbigliamento?». Latini in una serie di interviste ha insistito che «le Forze dell’Ordine saranno chiamate a leggere le situazioni, proprio perché a essere puniti saranno quei soggetti che accompagneranno determinate tipologie di abbigliamento a comportamenti di dubbia moralità». «Ci sono ordinanze analoghe in comuni di centrosinistra e centrodestra, se scoppia la polemica in un comune della Lega e non in un comune del Pd mi viene da pensare che ci sia un elemento di strumentalità», ha aggiunto. Il segretario regionale del Pd, Tommaso Bori, però, lo ha invitato a chiedere scusa alle donne e a ritirare l’indegna ordinanza sul divieto di indossare abiti succinti» per occuparsi «davvero, del degrado della sua città, sempre che ne sia capace, altrimenti rassegni le sue dimissioni».

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