I Carabinieri dei Nas, d’intesa con il Ministero della Salute, hanno condotto su tutto il territorio nazionale una campagna di controlli presso stabilimenti termali, centri benessere e spa. Gli accertamenti hanno interessato complessivamente 628 strutture e attività, accertando irregolarità in 95 di esse, pari al 15% degli obiettivi ispezionati, delle quali 11 oggetto di provvedimenti di sospensione a causa di gravi carenze.
Le verifiche hanno consentito di accertare 38 violazioni sulla corretta attuazione delle misure di contenimento alla diffusione da Covid-19, relative, in particolare, al mancato uso di dispositivi di protezione individuale e mascherine facciali; assenza delle operazioni di sanificazione periodica, di informazioni a favore delle utenze circa le norme di comportamento, di distanziamento interpersonale e di capienza massima negli ambienti; mancata valutazione del rischio epidemico all’interno delle strutture.
I Nas di Palermo hanno segnalato all’autorità sanitaria i legali responsabili di due centri benessere ubicati rispettivamente nei comuni di Valderice e Palermo, per non avere inibito l'accesso degli utenti al bagno turco (ambiente caldo-umido) per il quale è vietato l’utilizzo dalle misure di contenimento del Covid-19. I titolari sono stati sanzionati amministrativamente ed è stata di disposta la chiusura accessoria delle strutture per 5 giorni.
Sempre in Sicilia, i Nas di Ragusa hanno denunciato il gestore di un centro benessere, nel comune di Caltanissetta, poichè ritenuto responsabile di avere omesso la redazione del documento di valutazione rischi dei luoghi di lavoro della struttura in particolare sul rischio biologico connesso alla pandemia da Covid-19. Lo stesso Nucleo, presso un ulteriore centro benessere con annessa attività di ristorazione, nel comune di Modica (RG), ha proceduto al sequestro di 52 chili di alimenti scaduti di validità
In Calabria, il legale rappresentante di un centro benessere annesso ad una struttura ricettiva, nel comune di Falerna Marina (CZ), è stato sanzionato dal Nas per avere omesso di attuare idonee misure di contenimento epidemico da Covid-19, non predisponendo i dispenser di liquidi igienizzanti a favore degli utenti e la cartellonistica recante le informazioni sulle norme comportamentali anti Covid. Inoltre, presso un ulteriore centro benessere e spa di pertinenza di un hotel di Joppolo (VV) ha accertato l’omessa attuazione delle misure di contenimento del Covid, in particolare la mancata annotazione degli accessi alla struttura nonchè la corretta sanificazione dei locali. Nel Lazio, a Tarquinia (VT), è stato segnalato all’autorità sanitaria il gestore di una piscina con annessa attività di ristorazione, per aver attivato l’impianto utilizzando acqua priva dei requisiti di potabilità, risultata contaminata dal batterio "pseudomonas auriginosa" e per aver svolto somministrazione di alimenti e bevande in locali privi di autorizzazione. Il sindaco del Comune ha disposto la chiusura della piscina il cui valore ammonta a circa 500 mila euro.
Il valore di quanto vincolato ammonta ad oltre 170.000 euro. Nel Molise, a Termoli (CB), Mafalda (CB), e Miranda (IS), sono stati sanzionati 3 centri benessere poichè il Nas di Campobasso ha accertato che le attività erano presentate come stabilimenti termali attrezzati sebbene fossero sprovvisti di acque termali di riconosciuta efficacia terapeutica.
ùTra le violazioni di settore contestate nel corso della campagna, 5 hanno riguardato sanzioni della normativa di disciplina specifica dei centri termali, individuando centri benessere che proponevano trattamenti di natura "termale" sebbene in assenza di acque di riconosciuta efficacia terapeutica. Tra le operazioni più rilevanti, quelle dei Nas di Pescara.
Nel corso di ispezioni presso tre hotel con annessi centri benessere, nei Comuni di San Giovanni (CH), Vasto (CH) e Teramo, sono stati sanzionati i titolari per aver mantenuto cucine e relativi depositi alimenti in carenze igienico-strutturali ed organizzative, omesso di attuare le procedure connesse alla rintracciabilità degli alimenti ed al contenimento del Covid-19. Nelle 2 annesse attività di ristorazione, è stata altresì accertata l’omessa indicazione, nel menù, della presenza di allergeni nelle pietanze somministrate.
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