Lunedì 23 Settembre 2024

Trasferita pm del caso Grillo junior, ma a inchiesta ormai chiusa

Ciro Grillo in uno scatto dal suo profilo Instagram

Il trasferimento è effettivo dal 4 agosto scorso. Laura Bassani, titolare dell’indagine dello stupro di gruppo, che vede tra gli indagati Ciro Grillo, figlio di Beppe, ha lasciato la procura di Tempio Pausania per prendere servizio presso il tribunale dei minori di Sassari. Il trasferimento arriva dopo la chiusura dell’indagine, che coinvolge altre tre persone (Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta, E Vittorio Lauria), e dopo che il 9 luglio scorso si è celebrata la prima udienza davanti al gup. I quattro, tutti genovesi di 22 anni, sono accusati di violenza sessuale di gruppo per il presunto stupro di una ragazza italo-norvegese di 19 anni e di una sua amica, avvenuta a Porto Cervo il 17 luglio 2019. Il giudice è chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Bassani e dal procuratore capo Giorgio Capasso. Decisione che potrebbe arrivare in autunno alla luce del fatto che il gup Caterina Interlandi, ha fissato due udienze: il 5 e il 12 novembre. Entro quella data gli indagati potrebbero decidere di optare per riti alternativi come il giudizio abbreviato. «Per noi non cambia nulla - spiega l’avvocato Gennaro Velle, difensore di uno dei quattro indagati -. Sapevamo che la dottoressa Bassani doveva prendere servizio al minorile, quindi non c'è nulla di nuovo. Il fascicolo, tra l’altro, è sempre stato seguito dal procuratore Capasso». Con la richiesta di rinvio a giudizio, la procura di Tempio accusa Grillo jr e gli altri tre di avere abusato della 19enne e della sua amica. La giovane ha raccontato agli inquirenti di essere stata costretta a bere vodka, quindi stuprata prima dal solo Corsiglia e in un secondo momento anche dagli altri tre ragazzi conosciuti poche ore prima nella discoteca Billionaire. Grillo, Capitta e Lauria sono accusati anche di violenza sessuale nei confronti della seconda giovane per delle foto oscene scattate mentre lei dormiva. Potrebbero essere proprio quei video al centro di un secondo filone d’inchiesta in cui si ipotizza il reato di revenge porn. Al termine della prima udienza preliminare il gup ha acquisito, su richiesta del legale della vittima, una serie di interviste, articoli e dichiarazioni degli ultimi mesi dei quattro, compreso l’audio della telefonata di un accusato andato in onda su La7. Il giudice ha anche ammesso la trascrizione e la traduzione in inglese di una chat vocale tra la vittima e una sua amica norvegese.

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