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Vaccini, Pregliasco: "È probabile che sia necessaria la terza dose nel 2022"

Fabrizio Pregliasco somministra un vaccino

«Non c'è chiarezza sulla durata della vaccinazione. Oggi si stima una protezione di 9-12 mesi. È probabile che sia necessario una dose di richiamo nel 2022, magari soprattutto per i soggetti più fragili e a rischio e magari con un vaccino aggiornato per le nuove varianti. E’ presumibile che si prediliga il vaccino a mRna». Lo ha detto Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario Irccs Galeazzi di Milano, intervenendo ai microfoni della trasmissione 'Rotocalco 264' su Cusano Italia Tv.

«Sapevamo che questo virus ci avrebbe tenuto compagnia per diverso tempo, ma non pensavo che riprendesse così in fretta a determinare una quota così alta di contagi. Non bisogna fare come Johnson che, in modo improvvido, ha detto dal 19 luglio 'freedom day', ma fare in modo che ci siano delle attenzioni in particolare situazioni di assembramento e portare con sè la mascherina un pò come gli occhiali da sole, utilizzandola quando serve».

Purtroppo le varianti - ha aggiunto - sono all’ordine del giorno di questo tipo di virus e la variante Delta ha queste caratteristiche di maggiore carica virale e di maggiore facilità nell’infettare i più giovani, conseguentemente anche una più ampia diffusione. L’elemento positivo che vedo in Italia, così come in Inghilterra ed Israele che hanno vaccinato prima di noi, che a fronte di un incremento dei contagi si vede solo una piccola quota di casi gravi perchè il vaccino evita in modo quasi totale l’insorgenza di malattia grave».

Pregliasco, ha infine, puntualizzato che «purtroppo ci si può infettare anche da vaccinati, però l’infezione è inapparente grazie alla vaccinazione. Questo ci permetterà una convivenza più civile col virus, anche se bisogna continuare ad essere prudenti e non eccessivamente aperturisti, serve buon senso».

«Credo che si possa pensare di arrivare all’obbligo di vaccino per il personale scolastico così come è stato fatto per i sanitari. I docenti - ha spiegato - sono a rischio in quanto la variante Delta infetta molto i giovani e poi svolgono un servizio essenziale, lo abbiamo visto anche dai risultati degli Invalsi che sono stati pessimi a causa della dad realizzata in modo emergenziale senza un’adeguata organizzazione».

 

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