La variante Delta è più contagiosa, quindi la percentuale della popolazione che è necessario vaccinare per raggiungere l'immunità di gregge aumenta a circa l'88%. Lo dice il fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento, coordinatore dell'Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con Agenas.
"Poiché la variante Delta è circa il 60% più contagiosa rispetto alla variante Alfa, è necessario raggiungere una percentuale più alta di vaccinati. In questo modo, anche se a settembre la Delta dovesse essere dominante, non sarà pericolosa per la sanità pubblica", dice.
I dati che arrivano dall'Inghilterra confermano le previsioni: "Molto probabilmente sarà una corsa contro il tempo - osserva -, come è stata quella, vinta, che ci ha permesso di contenere la variante Alfa, dominante da fine febbraio-inizi di marzo"
Anche se è inevitabile la comparsa di focolai, se nel frattempo l'intensità dell'epidemia si sarà ulteriormente ridotta, aggiunge Battiston, "sarà possibile contenerne gli effetti a livelli molto bassi. Guai, in questa situazione, a rallentare il ritmo della campagna di vaccinazione".
Un numero alto di persone vaccinate significa limitare fortemente i contagi e tenere l'indice di contagio Rt ben al di sotto di 1, come è attualmente. "Dobbiamo puntare il più possibile verso l'immunità di gregge perché questa permetterà di contenere gli eventuali focolai in modo che non riescano a far sviluppare l'incendio di un'ulteriore ondata. L'immunità di gregge all'88% è "un obiettivo sfidante", dice ancora Battiston, ma si deve considerare che "più una variante si trasmette con facilità, più è necessario proteggere il maggior numero di persone con il vaccino, comprese le persone più giovani, circa 9 milioni in Italia tra 0 e 19 anni".
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