Lieve diminuzione di bocciati e aumento dei rimandati: anche se non ci sono dati ufficiali è questa la tendenza che si delinea quando stanno iniziando a uscire i primi quadri e le prime pagelle del secondo anno scolastico Covid e nel giorno degli esami di maturità al via oggi alle 8,30 per 540 mila studenti, poco meno di 50mila in Sicilia.
«Non abbiamo dati oggettivi ma l’impressione, rispetto a due anni fa, è che ci siano meno mancate ammissioni e numerosi debiti a settembre: si è cercato di salvare anche chi due anni fa non si sarebbe salvato», spiega Cristina Costarelli, preside del liceo scientifico Newton di Roma e vicepresidente dell’Associazione presidi di Roma e Lazio. Anche alla maturità la possibilità di essere bocciati una volta ammessi è praticamente nulla.
«Ho parlato con ragazzi entusiasti, non vogliono essere trattati come coloro che faranno una maturità di serie B, hanno affrontato un anno durissimo, hanno tenuto, si ricorderanno della loro maturità in modo positivo», incoraggia i maturandi il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Negli ultimi anni, la percentuale di studenti ammessi all’esame ma poi fermati a un passo dal traguardo è a dir poco simbolica: nell’anno prima dell’era pandemica sono stati appena lo 0,5% degli studenti di quinto (quando però furono tutti ammessi alla prova finale), contro lo 0,3% (stavolta degli ammessi) del 2019, lo 0,4% del 2018 e lo 0,5% del 2017.
Anche quest’anno i non ammessi all’esame di Stato saranno pochissimi. «Abbiamo fermato solo chi aveva troppe insufficienze: non si tratta di una punizione ma non è un bene per il ragazzo stesso andare avanti se non ha raggiunto la preparazione necessaria», spiega la dirigente Costarelli. Più facile invece è non essere ammessi all’esame di maturità: è stato così - come ricorda Skuola.net - per il 3,9 % nel 2019, il 4% nel 2018, il 3,9% di nuovo nel 2017.
Quindi, sommando i non ammessi e i bocciati, dal 2017 ad oggi 1 su 22 non ce l’ha fatta a prendere la Maturità. L’unica eccezione è stata l’anno scorso: nel 2020 i maturandi furono graziati e fu garantita a tutti l'ammissione agli esami. Pertanto hanno preso parte al maxi-orale finale il 99,3% dei frequentanti e, di questi, il 99,5% ha avuto successo guadagnando la promozione.
«Lo scorso anno l’esame di Stato in presenza aveva fatto sperare che si aprisse una nuova stagione. Quest’anno c'è preoccupazione, incertezza, insofferenza, da parte di ragazzi e insegnanti; la programmazione è stata rimodulata e rivista, c'è stato tanto lavoro anche di carattere progettuale che ha messo a dura prova la serenità di tutti. C'è una situazione molto più complessa che non mette in discussione l’esito degli esami ma lo modifica nell’atmosfera. I prof sapranno comunque rendere unici questi momenti», ragiona Maddalena Gissi, che guida la Cisl Scuola.
«Nella scuola c'è una rigidità di valutazione e una impostazione disciplinarista che è molto astratta», osserva invece Graziamaria Pistorino, della segreteria Flc Cgil, secondo la quale «serve un percorso valutativo più formativo che serva a migliorare lo studente più che punirlo anche per evitare la dispersione, i bocciati che poi non si ripresentano a scuola e l'insuccesso nel mondo del lavoro».
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