I giovani danno lo sprint alla campagna vaccinale, ma gli esperti frenano sugli Open Day, in particolare quelli con le inoculazioni di Astrazeneca, che porterebbero ad un rischio di trombosi «più alto del Covid-19». Al momento proseguono comunque in massa le prenotazioni dei ragazzi, che puntano al green pass.
È proprio con il certificato vaccinale che potrebbero tornare in pista, in attesa dell’apertura delle discoteche: dopo un primo incontro al ministero della Salute tra il sottosegretario Andrea Costa e i gestori delle sale da ballo, emerge una convergenza sulla ripartenza a luglio e l’utilizzo del green pass, ma senza distanziamento, oltre a differenti disposizioni sui locali all’aperto e al chiuso (in quest’ultimo caso con capienza ridotta). Un nuovo protocollo sarà presentato entro un paio di giorni al Cts affinché sia valutato in breve tempo.
«La riapertura non può avvenire dall’oggi al domani ma deve essere graduale. Lavoreremo insieme per darci l’obiettivo di riaprire a luglio», chiarisce Costa. Prima di quella data si avranno a disposizione altri venti giorni di vaccinazioni ai giovani per raggiungere una soglia di sicurezza tale da poter aprire le attività. Resta l’ipotesi del mantenimento della mascherina almeno in una prima fase, escludendo il momento del ballo.
Su questi provvedimenti il centrodestra è compatto e sale il pressing sul ministro della Salute, Roberto Speranza, che al momento resta cauto. Anche il leader del Carroccio ha incontrato il sindacato dei gestori dei locali: «la Conferenza delle Regioni aveva già ipotizzato di togliere i divieti nelle zone bianche grazie al green pass», dice Matteo Salvini, spiegando di aver «personalmente affrontato l’argomento con il Presidente del Consiglio» e di essere «in queste ore al lavoro in stretta collaborazione con il ministro Giancarlo Giorgetti. Vogliamo garantire il divertimento controllato, sicuro e ragionevole».
Anche in virtù dei nuovi allentamenti in zona bianca, presto estesa a tutto il Paese - e della fine del coprifuoco dal prossimo 21 giugno - le Regioni continuano ad immunizzare i più giovani con qualsiasi tipo di siero: negli 'eventi vaccinali' appositamente dedicati non si utilizzano soltanto gli Rna (Pfizer e Moderna), ma soprattutto quelli a vettore virale (Astrazeneca e Johnson & Johnson, raccomandati dall’Aifa per gli over 60).
Un gruppo di 24 medici vaccinatori ha però lanciato un appello, dicendosi contrario alla scelta di aprire ai più giovani le vaccinazioni con gli Open day AstraZeneca, «perché la somministrazione di questo vaccino ai soggetti minori di 40 anni, in particolare di sesso femminile, potrebbe comportare più rischi che benefici, causando anche se raramente complicanze potenzialmente mortali». La loro intenzione - spiegano - è «rafforzare la fiducia nelle Istituzioni ed evitare rischi inutili tra i nostri giovani».
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