Per le vaccinazioni domiciliari per i più fragili scendono in campo infermieri e infermieri pediatrici. Il ministero della Salute, Regioni e Fnopi (Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche) hanno infatti sottoscritto un protocollo d’intesa che, basandosi sulla possibilità di deroga all’esclusiva per gli infermieri dipendenti prevista nel decreto Sostegni, prevede che tutti gli infermieri svolgano, con adozione di adeguato 'Triage prevaccinale', il servizio di vaccinazione al domicilio dei soggetti che hanno difficoltà a muoversi per raggiungere i siti vaccinali. Il servizio, spiega la Fnopi, sarà organizzato dai Distretti delle Asl territorialmente competenti che provvederanno anche a fornire a quanti dei 270.000 infermieri e infermieri pediatrici del Ssn daranno la propria disponibilità, le dosi vaccinali anti SARS-CoV-2, farmaci, dispositivi e presidi sanitari necessari per le attività di vaccinazione e per l’intervento sui possibili eventi avversi collegati alla vaccinazione. «Ringraziamo per la piena valorizzazione dei nostri professionisti - commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi - il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, che hanno accolto la disponibilità, l’impegno e la professionalità degli infermieri per dare uno sprint decisivo alla campagna vaccinale». Le motivazioni del protocollo, rileva, «sono nel fatto che l’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus rende indispensabile e urgente la necessità di rafforzare strutturalmente la resilienza, la prossimità e la tempestività di risposta del Ssn, condividendo che la somministrazione a domicilio dei vaccini per le persone che non possono recarsi presso i siti vaccinali organizzati dalle Regioni e dalle Province autonome sia fondamentale per incrementare la copertura vaccinale della popolazione». Per gli infermieri vaccinatori che operano dopo l’orario di lavoro grazie al superamento dell’esclusiva, grazie al protocollo anche a domicilio, è previsto lo stesso compenso già stabilito per le altre professioni: 6,16 euro a inoculazione. Per tutto, sottolinea la Federazione, «sarà previsto un necessario finanziamento aggiuntivo a integrazione del fondo sanitario nazionale, progressivamente definito sulla base dell’andamento della campagna vaccinale». «Questo ulteriore tassello costruito dalla Federazione - conclude Mangiacavalli - testimonia ancora una volta la rilevanza di un’assistenza infermieristica organizzata secondo i canoni di risposta vera ai bisogni dei cittadini che non sono solo sanitari, ma anche sociali: i fragili vanno tutelati ed è il sistema a dover andare verso di loro, non il contrario. Un grazie infine all’attività di interlocuzione e mediazione istituzionale svolta del portavoce FNOPI Tonino Aceti che ha permesso di raggiungere questo obiettivo e ai colleghi impegnati nella rappresentanza istituzionale».