Stop dalla Corte dei Conti al decreto di approvazione dell’Accordo di sviluppo sottoscritto il 17 febbraio scorso dal ministero dello Sviluppo economico, da Invitalia spa e dalla Società ReiThera srl, per sostenere il programma di sviluppo industriale da realizzare presso lo stabilimento produttivo sito in Castel Romano. Il decreto era pervenuto alla Corte dei Conti per il controllo preventivo di legittimità.
"In particolare - spiega la Corte -, tale programma è costituito da un progetto di investimento produttivo - finalizzato all’ampliamento dello stabilimento produttivo sito in Castel Romano (RM) - e da un progetto di ricerca industriale e sviluppo sperimentale - destinato a completare la sperimentazione clinica (studi clinici di fase 2 e 3) del vaccino anti Covid-19. Il decreto prevedeva di mettere a disposizione per il finanziamento degli investimenti risorse nel limite massimo di 50 milioni di euro di cui 41 milioni a fondo perduto e il resto come finanziamento a fondo agevolato (su un totale complessivo pari ad 80 milioni previsto dal c.d. Decreto rilancio)".
"In esito all’attività istruttoria, in data 8 aprile 2021, è stato formulato rilievo da parte del competente Ufficio di controllo della Corte. L’Amministrazione ha riscontrato tale rilievo, fornendo i richiesti chiarimenti, in data 21 aprile 2021. Successivamente, in data 4 maggio 2021, l’Ufficio del controllo ritenendo che le risposte fornite dall’Amministrazione non fossero idonee a superare le osservazioni formulate nel rilievo, ha deferito la questione all’esame del Collegio della Sezione centrale controllo di legittimità - conclude la Corte dei Conti -. A conclusione dell’adunanza, in data 11 maggio 2021, la Sezione centrale ha deliberato di ricusare il visto sul decreto. L’atto non è stato, quindi, ammesso a registrazione".
"Prendiamo atto della decisione dei Corte dei Conti, che blocca di fatto l’impegno preso a suo tempo dalle parti governative. Aspettiamo di conoscerne i rilievi per valutare gli impatti che questa avrà sull'operatività di Reithera". Così l’azienda biotech di Castel Romano, dopo la decisione della magistratura contabile di stoppare parte del finanziamento previsto per il vaccino 'italiano'.
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