L'Italia può (parzialmente) riaprire: da lunedì 17 maggio tutto il territorio nazionale sarà in zona gialla con l'unica eccezione della Valle d'Aosta, regione in bilico che potrebbe restare in arancione ancora una settimana. Il presidente Erik Lavevaz ha inviato una lettera al ministro della Salute Roberto Speranza chiedendo il passaggio al giallo alla luce dei dati positivi delle ultime settimane, ma la decisione finale spetterà all'Istituto superiore di sanità.
Tutte le altre regioni, comprese le new entry Sardegna e Sicilia, invece sono certe di ritrovarsi nella fascia che dà il via libera alle riaperture di ristoranti all'aperto a pranzo e a cena, negozi, barbieri, parrucchieri, cinema, teatri, musei e da sabato 15 maggio anche alle piscine all'aperto. L'ordinanza che il ministro Speranza firmerà domani si baserà ancora sui parametri attualmente in vigore, probabilmente per l'ultima volta.
Regioni, governo e Cts infatti ragionano sui nuovi criteri da adottare per l'assegnazione delle fasce, alla luce della nuova fase epidemica. Se ne discuterà lunedì prossimo nella cabina di regia convocata dal presidente del Consiglio Mario Draghi: per decidere le nuove zone colorate si darà maggior peso all'incidenza dei nuovi contagiati su 100 mila abitanti, ai tamponi effettuati e al numero di persone ricoverate. Dunque l'indice Rt sarà incentrato su quanto avviene negli ospedali e non più sui contagi giornalieri.
Secondo quanto trapelato, con i nuovi parametri si entrerà in zona rossa con un'incidenza superiore ai 250 casi di Covid ogni 100 mila abitanti. Si andrà invece in arancione con un'incidenza tra 150 e 250 mentre la zona gialla scatterà tra i 50 e i 150. Infine, con un'incidenza sotto quota 50 si avrà accesso alla zona bianca. Per quanto riguarda gli ospedali non è ancora chiaro se le soglie di allarme (occupazione del 30% delle terapie intensive e del 40% dei posti letto negli altri reparti) resteranno tali o subiranno delle modifiche.
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