"Il ricorso a manodopera precaria e poco qualificata, con una finalizzazione spesso più assistenziale che produttiva, ha talvolta indotto l’insorgenza di un ciclo vizioso in cui l’incendio volontario da parte di operai stagionali può costituire lo strumento per mantenere o motivare occasioni di impiego". Lo scrivono i vertici della Regione nel capitolo principale di una relazione di 214 pagine sullo stato della campagna antincendio intitolata "L’industria del fuoco", affermando che una delle cause della distruzione delle foreste sono i forestali stagionali. La relazione, come spiega Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola, inizia una analisi più ampia sul fenomeno delle assunzioni dei forestali e cita il caso di "incendi appiccati come protesta contro la mancata assunzione" e in questo quadro il bosco "prende il ruolo di ostaggio". La relazione è firmata dal dirigente generale del Corpo forestale, Giovanni Salerno, e dal capo del servizio Antincendio boschivo dell’assessorato Territorio, Rosario Napoli. Una vicenda sulla quale in serata arrivata una nota dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro: "Gli operai del Corpo forestale della Regione Siciliana non sono mai stati ritenuti responsabili della cosiddetta 'industria del fuoco'".