Coprifuoco alle 23 e zona gialla in Sicilia: cosa può cambiare da lunedì. Slitta la decisione sulle riaperture
Coprifuoco, riaperture, nuovi parametri per definire i colori delle regioni. Già la prossima settimana la guerra al Covid in Italia potrebbe cambiare pelle. Uno scenario nuovo che coincide anche con il possibile passaggio in zona gialla delle regioni ancora in arancione tra le quali c'è la Sicilia. Manca però ancora un accordo nella maggioranza, in particolare su coprifuoco e riaperture, con il centrodestra in pressing per accelerare la ripartenza di tutti i settori ancora fermi e cancellare il "tutti a casa" alle 22 e l'asse LeU-Pd che invece ribadisce la necessità di mantenere una linea di prudenza e gradualità nelle scelte in modo che le riaperture siano irreversibili. Non a caso la cabina di regia politica per il 'tagliando' alle misure in vigore, annunciato per metà maggio, dovrebbe svolgersi non prima di lunedì. Entro la settimana, invece potrebbe essere modificato solo l'orario del coprifuoco dalle 22 alle 23 già dalla prossima settimana. Il centrodestra insiste sulle riaperture e per alzare il pressing presenta al Senato una mozione firmata da tutte le forze politiche, Lega, Forza Italia, Udc e Cambiamo: via il coprifuoco, è la richiesta, anticipare le riaperture previste per giugno e luglio, dunque ristoranti al chiuso, palestre, parchi tematici, fiere, convegni e congressi, consentire l'organizzazione di eventi e cerimonie dando il via libera al settore del wedding, aprire gli stadi al pubblico e i centri commerciali nel fine settimana.
Coprifuoco e aperture
Il compromesso nella maggioranza, dicono diverse fonti ministeriali, potrebbe essere appunto nel posticipo del coprifuoco alle 23 e nella definizione di una data certa per quei settori che non hanno ripreso le attività: il wedding, che potrebbe ripartire il 15 giugno, i centri commerciali, che potrebbero tornare a lavorare nei fine settimana dal 23 di maggio. Non dovrebbero esserci invece novità per i ristoranti al chiuso, le palestre (il decreto prevede il 1 giugno) e i parchi tematici (1 luglio).
I parametri
Sul tavolo del governo c'è poi un'altra partita ed è quella della modifica dei parametri che definiscono i colori delle Regioni. Se si continua a tenere in considerazione l'Rt già dalla settimana prossima diverse regioni potrebbero finire in arancione, considerando che con le riaperture l'aumento dei contagi è scontato. Se si vuole rendere la ripartenza irreversibile, dunque, è necessario cambiare modo di valutazione. La proposta su cui si confronteranno nelle prossime ore governo e regioni è di tenere in considerazione l'Rt ospedaliero, cioè la situazione dei malati covid nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. Verrebbero inoltre definite 3 fasce d'incidenza. La zona rossa scatterebbe con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti, arancione tra i 150 e i 250 casi, gialla tra i 50 e 150 casi, bianca fino a 50 a casi. Ma il passaggio in zona rossa avverrebbe anche se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 40% e al 30%.
La Sicilia
In questo scenario si inserisce il sempre più probabile passaggio della Sicilia in zona gialla a partire da lunedì 17 maggio. La revisione dei due indicatori principali con i quali finora il governo ha assegnato i colori (l'Rt ospedaliero e l'incidenza dei casi di infezione da Covid) non dovrebbe stravolgere i piani. La zona gialla consentirebbe la riapertura di bar e ristoranti e la possibilità di spostarsi liberamente da un comune all'altro. Ma occorre aspettare il monitoraggio di venerdì per avere un quadro chiaro, anche perchè va considerato l'andamento della pandemia nel suo complesso e non solo in base agli ulti bollettini. Quello di ieri, per esempio, ha registrato un incremento dei nuovi casi, 894 (secondo dato più alto in Italia dopo la Campania), ma con un numero elevato di tamponi (27.362, quarto valore più alto a livello nazionale) e una incidenza del 3,3%, mentre la media italiana è 2,4%. Negli ospedali i ricoverati sono 1.092, ventisette in meno rispetto alle 24 ore precedenti, quelli nelle terapie intensive sono 133, due in più.