Oltre 20 ore in codice giallo in attesa di essere visitati. È quanto può accadere al pronto soccorso dell'ospedale Villa Sofia di Palermo che così va in tilt. Motivo? Pochissimo personale e tantissimi casi. Con altri nosocomi palermitani adibiti a soli casi Covid, l'ospedale di viale Croce Rossa diventa mèta costante di ambulanze e pazienti che vi si recano in cerca di aiuto. Ma ad un certo punto le porte addirittura si chiudono, nel senso che si è costretti a stoppare i codici rossi perchè la sala "shock room" è piena con pazienti in condizioni disperate. È ciò può accadere alcuni giorni come è avvenuto mercoledì scorso quando, alle 22,30 circa, al pronto soccorso di villa Sofia c'erano 74 pazienti di cui 27 in attesa, con un indice di sovraffollamento del 247%. Dopo l'arrivo di altri 3 pazienti in codice rosso, è stato stoppato momentaneamente l'arrivo di gente in condizioni gravi. Pronto soccorso in sovraffollamento vuol dire che non si riescono a prestare le necessarie cure e capita anche a chi, arrivato in ambulanza alle 21,33 di mercoledì sera in codice giallo e aver effettuato il triage, debba aspettare le 17,20 circa del giorno seguente per la prima visita. Venti ore di lunga attesa, 20 ore in cui si vede il disastro della sanità siciliana, 20 ore in cui ci si rende conto che la propria odissea è uguale a tante altre: gente che è da 16, 18, 20 ore in attesa di essere visitato. Decine e decine di lettini in corsia, scene simili a quelle dei film di guerra. E nel frattempo una lunga fila di ambulanze con pazienti a bordo attende il proprio turno per far entrare chi sta male. Perchè tutto ciò? I medici e gli infermieri sono pochi e le sale a disposizione soltanto due che diventano 3 di mattina. Di sera, in una sala vengono trattati i casi bianchi e verdi e in un'altra quelli gialli e rossi. Ovviamente chi arriva in codice rosso ha la precedenza, sono situazioni davvero disperate e così tutti quelli in codice giallo devono aspettare pazientemente in corsia. Capita anche che, qualora la sala "shock room" sia bloccata dai tantissimi casi, i pazienti in codice giallo vengano visitati nella sala dove vanno generalmente i codici verdi. Decine e decine di pazienti attendono dunque il proprio turno in corsia dove, se sei fortunato, hai un lettino. E si perchè anche trovare un lettino in corsia dove attendere per ore e ore è una fortuna. E la mancanza di lettini blocca in alcuni casi anche le ambulanze: i pazienti che arrivano con il 118 devono essere adagiati sui lettini dell'ospedale che però sono pochi e così, mancando il piano dove sistemare il paziente, il personale del 118 è costretto a ore di attesa, a cercare disperatamente un lettino libero per poter liberare la barella del mezzo di soccorso. Dopo aver "conquistato" un lettino ospedaliero ed esserti reso conto che passerai in corsia diverse ore vorresti anche un telo per coprirti: non ci sono coperte, neanche quelle termiche e devi "accontentarti" dei lenzuolini di carta con i quali rivestono gli stessi lettini. E capisci che lamentarti o alzare la voce non serve a nulla perchè al pronto soccorso i medici, gli infermieri, gli operatori socio sanitari non si fermano mai, visitano migliaia di pazienti, corrono da una parte all'altra prestando soccorso. E sono addirittura anche i metronotte in servizio ad aiutare i pazienti, ad accogliere per quanto possibile le richieste, a portare le bottigliette d'acqua o qualche effetto personale dall'esterno dove si trovano i parenti dei degenti a chi è dentro. Ma ci sono anche figli, mariti e mogli che bussano perchè vogliono parlare con un dottore perchè non sanno più nulla del congiunto che è entrato al pronto soccorso tantissime ore prima. Solo chi vive all'interno del pronto soccorso può capire la condizione di emergenza, le carenze strutturali, la mancanza di personale. Una situazione al collasso perchè in questi anni si è pensato tanto a tagliare, alla spending rewiew, ad accorpare gli ospedali ma non ci si rende conto che così si è soltanto tolta la dignità ai pazienti, portando allo stremo tutti coloro che lavorano all'interno degli ospedali.