La Sicilia ora spera nella zona gialla e nelle riaperture dal 3 maggio, in calo contagi e ricoveri
Sono giorni cruciali per la Sicilia in vista della nuova assegnazione dei colori alle regioni, che avverrà come consueto venerdì. Ad oggi l'Isola è sicura di restare in zona arancione fino a domenica 2 maggio ma la speranza è quella di ritrovare il giallo a partire da lunedì 3, un cambio cromatico mai così importante visto che coinciderebbe con le prime riaperture per alcuni settori, in primis i ristoranti all'aperto che potrebbero accogliere clienti anche a cena. Ad oggi la Sicilia fa segnare un'incidenza di 160 casi ogni 100 mila abitanti, numeri lontani dai livelli minimi che permetterebbero il completo ripristino del tracciamento dei contagi, ma questa è una condizione che accomuna tutta Italia (il dato nazionale è di 152), mentre fa ben sperare la traiettoria della curva epidemiologica: negli ultimi 7 giorni si registra un calo dei contagi dell'11,5%, segno che l'epidemia è in fase di regressione seppur con delle differenze di provincia in provincia. Il caso più spinoso resta quello del capoluogo Palermo, in zona rossa ormai da 20 giorni e con numeri migliori rispetto a poche settimane fa ma ancora non in zona sicurezza. In base ai dati pubblicati dal Dipartimento della Protezione Civile nazionale ed elaborati dall'Ufficio statistica del Comune, nell'intera provincia - nella settimana dal 21 al 27 aprile - i nuovi positivi nella Città Metropolitana sono 2.656, e il rapporto nuovi positivi settimanali per 100 mila abitanti è pari a 218,73. Numeri al di sotto dei limiti della zona rossa, ma che non tiene conto di una situazione ospedaliera che resta delicata e che potrebbe spingere verso una proroga del provvedimento. Dati dei carichi sanitari che a livello regionale sono invece in miglioramento: i posti in terapia intensiva occupati sono 168, il 20% del totale (la soglia critica è del 30%) e in leggero calo rispetto alle settimane precedenti; i ricoveri in reparto sono invece 1.254 (33%), anche in questo caso sotto la soglia che farebbe scattare l'allarme (40%). Al momento 13 regioni e 2 province autonome hanno ottenuto la zona gialla: Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Marche, Piemonte, Pa Bolzano, Pa Trento, Toscana, Umbria e Veneto. La Sicilia spera di unirsi a loro dal 3 maggio e lasciare la zona arancione, in cui si trovano anche Basilicata, Calabria, Puglia e Valle d'Aosta. Unica regione in zona rossa è la Sardegna. Entrare in zona gialla cambierebbe radicalmente lo scenario delle restrizioni: sarebbero consentiti gli spostamenti in entrata e in uscita dal territori. Con i negozi già aperti, via libera anche a ristoranti bar, pub, gelaterie, pasticcerie "con consumo al tavolo esclusivamente all'aperto, anche a cena" nel rispetto degli orari del coprifuoco e dei protocolli di sicurezza: la circolare del Viminale ribadisce che il rientro a casa deve avvenire entro le 22. Riaprirebbero i musei e sarebbe possibile assistere agli spettacoli in sale teatrali, sale da concerto, cinema, live club e in altri locali o spazi anche all'aperto. Obbligatoria la prenotazione dei posti a sedere e il rispetto di un metro di distanza tra gli spettatori (ad eccezione dei conviventi). La capienza non potrebbe essere superiore al 50% di quella massima autorizzata e comunque non potrebbero esserci più di mille spettatori all'aperto e 500 al chiuso. Si tornerebbe a fare qualsiasi tipo di sport all'aperto, anche di squadra e di contatto, ma senza poter utilizzare gli spogliatoi. Per la riapertura delle piscine, all'aperto, bisognerebbe comunque attendere il 15 maggio mentre per le palestre l'1 giugno. Resterebbero invece vietate tutte le attività in sale da ballo, discoteche e le feste private. Nuove regole anche per la scuola: infanzia, elementari e medie in presenza al 100%, mentre per le superiori la percentuale minima di studenti in presenza andrebbe del 70% fino al 100%. In presenza anche esami e tesi di laurea nelle università.