Covid, il protocollo per le cure in casa: paracetamolo, misurazione ossigeno e "vigile attesa"
Paracetamolo, misurazione costante dell’ossigeno, Fans in caso di dolori muscolari o articolari, «vigile attesa» e, nel caso, l’invio in ospedale per la somministrazione di anticorpi monoclonali. Questi i punti cardine delle linee guida per le cure dei pazienti Covid a casa, contenute in una circolare aggiornata del ministero della Salute pubblicata ieri sera. Che oltre a consigliare le terapie da adottare, ne sconsiglia diverse: no a supplementi vitaminici e integratori alimentari (per esempio vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina), e no a eparina (eccetto determinate condizioni) e a idrossiclorochina. Il documento sottolinea l’importanza della valutazione dei parametri al momento della diagnosi e del monitoraggio quotidiano, anche attraverso telemedicina. A partire dal monitoraggio della saturazione dell’ossigeno attraverso il pulsossimetro: sotto il 92% scatta l’allerta, e si può prendere in considerazione il ricovero, o in alternativa la fornitura di ossigenoterapia domiciliare. Per i soggetti paucisintomatici, sottoposti a cura domiciliare, viene prescritto: vigile attesa (intesa come costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente); misurazione periodica della saturazione dell’ossigeno tramite pulsossimetria; trattamenti sintomatici (come paracetamolo o FANS in caso di febbre o dolori articolari o muscolari, a meno che non esista chiara controindicazione all’uso); appropriate idratazione e nutrizione, in particolare nei pazienti anziani; promuovere, nei limiti consentiti dalle condizioni cliniche del paziente, l’attività fisica a domicilio che, anche se limitata, contribuisce a prevenire le conseguenze dell’immobilizzazione e dell’allettamento e può consentire una riduzione dell’indicazione all’utilizzo dell’eparina; raccomandare di assumere preferenzialmente, durante il riposo e compatibilmente con le condizioni del paziente, la posizione prona; valutazione, nei pazienti a rischio di progressione di malattia, della possibilità di trattamento precoce con anticorpi monoclonali da parte delle strutture abilitate alla prescrizione. Viene indicato anche di non utilizzare routinariamente corticosteroidi, il cui uso può essere considerato solo in pazienti con fattori di rischio di progressione di malattia verso forme severe, in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richieda l’ossigenoterapia ove non sia possibile nell’immediato il ricovero per sovraccarico delle strutture ospedaliere. L’utilizzo della terapia precoce con steroidi si è rivelata inutile se non dannosa in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un’adeguata risposta immunitaria. E ancora: non utilizzare eparina, indicata solo nei soggetti immobilizzati per l’infezione in atto; evitare l’uso empirico di antibiotici, inutili contro un’infezione virale e da assumere solo in caso di co-infezione batterica certificata. Niente idrossiclorochina, la cui efficacia non è stata confermata in nessuno degli studi clinici randomizzati fino ad ora condotti; non somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri conviventi per il rischio di diffusione del virus nell’ambiente; non modificare, a meno di stringente ragione clinica, le terapie croniche in atto per altre patologie, in quanto si rischierebbe di provocare aggravamenti di condizioni preesistenti che possono avere anche un importante impatto sulla prognosi; evitare l’uso di benzodiazepine, soprattutto ad alto dosaggio, in considerazione dei possibili rischi di depressione respiratoria. Quanto ai bambini positivi, a quelli asintomatici non occorre somministrare alcun farmaco, mentre in quelli che accusano sintomi simil-influenzali è consigliabile, in caso di necessità (febbre 38,5 C, mal di gola, cefalea, dolori articolari ecc.), su indicazione del Pediatra/Medico curante, somministrare terapia sintomatica con Paracetamolo (10 - 15 mg/kg/dose ogni 5-6 ore) o Ibuprofene (da 20 mg a 30 mg per kg di peso corporeo al giorno, sempre a stomaco pieno, divisi in tre dosi). Durante la malattia è opportuno che il paziente stia a riposo a letto e che assuma molti liquidi. E’ raro che debbano essere assunti antibiotici, mentre i cortisonici non vanno somministrati.