Tra i nuovi sacerdoti ordinati oggi da papa Francesco nella Basilica di San Pietro c'è anche un siciliano Salvatore Lucchesi, di 43 anni.
Siciliano di Aci Catena, in provincia di Catania, per don Salvatore, la chiamata è arrivata in età più matura. Un lavoro da barista ad Acireale, una fidanzata, le uscite con gli amici, una vita come quella di tanti ragazzi della sua età ma un vuoto che all’improvviso arriva e che non si è in grado di decifrare, si sa solo che - seppur bella e confortevole - non è la vita alla quale siamo stati chiamati.
«Il Signore ha avuto tanta misericordia di me», racconta all’Agi. «Grazie a questa misericordia, dopo un lungo e non facile percorso, è arrivata la vocazione». Salvatore era contento del suo lavoro, dove al banco del bar, durante il servizio, chiacchierava con tanta gente e si confrontava con molteplici «realtà del mondo».
«Ma dentro di me qualcosa stava cambiando - afferma - ma non capivo cosa». In parrocchia lui ci andava, anzi, aiutava il parroco nel catechismo, cercando di togliere i ragazzi dalla strada. Salvatore ha una sensibilità particolare: forse perchè figlio di genitori sordomuti, «da loro ho ricevuto tutto - dice emozionato -, mi hanno colmato di amore. E forse per questa loro condizione, sono stato abituato all’ascolto dell’altro». Ascolto che non è mai mancato a Salvatore quando si intratteneva con i ragazzi difficili del quartiere. A lui raccontavano le loro pene e lo ringraziavano perchè non dava giudizi, non elargiva lezioni di vita, ma ascoltava attento. «La vita si può cambiare se vogliamo. Dio ti ama per quello che sei», una delle frasi che ripeteva più volte.
Tra i nuovi sacerdoti per la diocesi di Roma oltre a Lucchesi, ci sono sei italiani: Salvatore Marco Montone, 32/enne calabrese; Manuel Secci, 26/enne romano; Giorgio De Iuri, brindisino di 29 anni; Riccardo Cendamo, quarantenne romano; Samuel Piermarini, 28 anni, romano. Ancora, un romeno Georg Marius Bogdan, un colombiano Diego Armando Barrera Parra e un brasiliano Mateus Henrique Ataide Da Cruz.
Pur nelle restrizioni di accesso in Basilica per le norme anti-pandemia, la cerimonia non si svolge più all’Altare della Cattedra, come avvenuto in tutto l’ultimo anno, ma all’Altare centrale, quello «della Confessione». Nella navata, alcune centinaia di fedeli: tutti indossano la mascherina, compresi i nove ordinandi, in prima fila, in tunica bianca. Concelebrano con il Papa il card. Angelo De Donatis, vicario generale per la Diocesi di Roma; mons. Gianpiero Palmieri, vicegerente di Roma; alcuni cardinali, i vescovi ausiliari; i superiori dei Seminari interessati e i parroci degli ordinandi. L’omelia che il Pontefice pronuncerà nel corso della celebrazione è nella sostanza l’omelia prevista nel Rituale per l’Ordinazione dei Presbiteri.
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