Quattro nuove zone rosse e proroga per altre otto in Sicilia. Lo ha disposto il presidente della Regione Nello Musumeci, con un’ordinanza appena firmata.
Le nuove restrizioni - in vigore da venerdì 16 a mercoledì 28 aprile – riguardano: Catenanuova e Cerami, in provincia di Enna; Mussomeli, nel Nisseno; Sant’Alfio, in provincia di Catania.
I provvedimenti, necessari per l’aumento considerevole del numero dei positivi al Covid, sono stati richiesti dalle amministrazioni comunali e a seguito delle relazioni delle Aziende sanitarie provinciali.
Le proroghe – da domani fino a giovedì 22 aprile – sono state invece adottate, su richiesta dei sindaci, per: Caltanissetta; Biancavilla, in provincia di Catania; Centuripe, Pietraperzia e Regalbuto, nell’Ennese; Francavilla di Sicilia, in provincia di Messina; Lampedusa e Linosa, nell’Agrigentino; Mazzarino, nel Nisseno.
La Sicilia, insomma, vede sempre più "rosso". La situazione dell'emergenza Covid nell'Isola, dove oggi il numero dei nuovi casi supera per la prima volta negli ultimi mesi quota 1.500, suscita preoccupazione e approda all'Assemblea regionale siciliana con due distinte audizioni che si sono svolte stamane davanti alle commissioni Sanità e Antimafia.
Dirigenti e commissari della sanità hanno risposto alle domande dei parlamentari sulle criticità emerse nelle ultime settimane e sull'andamento dei contagi.
Il bollettino quotidiano del Ministero, intanto, segnala altri 1.542 nuovi positivi nell'Isola su 29.503 tamponi processati, con una incidenza del 5,2%, decisamente più alto della media nazionale al 4,8%.
La Regione è ancora al terzo posto dopo Campania e Lombardia per numero di contagi giornalieri e sembra ormai marciare spedita verso la zona rossa che peraltro è già stata decretata in numerosi comuni siciliani e in tutta la provincia di Palermo. Un andamento negativo confermato anche dal numero delle ultime vittime (33) e dall'aumento dei ricoveri ospedalieri: 1.415 nei reparti ordinari, 25 in più rispetto a ieri, e 189 nelle terapie intensive (+ 9). Un dato in controtendenza rispetto al trend nazionale dove invece la pressione sugli ospedali sta diminuendo.
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