Sabato 23 Novembre 2024

Coronavirus, Italia sempre più arancione compresa la Sicilia: l'Rt nazionale scende a 0,92

Un'Italia sempre più arancione quella che vedremo da lunedì prossimo, anche se non mancheranno alcune punte di rosso: il monitoraggio conferma nella fascia di rischio più alta soltanto Campania, Valle d'Aosta, Puglia, a cui si aggiunge la Sardegna. Tutte le altre regioni si troveranno in zona arancione. Tra queste anche la Sicilia, tra i territori ancora in difficoltà e con sempre più comuni già entrati in zona rossa con ordinanza del governatore Musumeci. L’indice Rt nazionale è allo 0,92, in lieve calo rispetto allo 0,98 della scorsa settimana. È quanto sarebbe emerso dall’analisi dei dati della cabina di regia per il monitoraggio settimanale. In diminuzione più accentuata l’incidenza, condizionata però anche dai pochi tamponi (e il relativo cospicuo calo dei casi rilevati) dei giorni intorno a Pasqua: si attesta a 185 casi settimanali per centomila abitanti, contro i 232 per centomila di sette giorni fa. «Indubitabilmente alcune regioni passeranno dal rosso all’arancione. Ci sono territori che hanno certamente indicatori epidemici che di fatto incoraggiano in questa direzione». Così il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, a Sky TG24. «Ricordiamo come principio - sottolinea - che adesso teniamo conto oltre che del Rt anche dell’incidenza cumulativa a 7 giorni e una regione deve averla inferiore al valore di a 250 per poter passare in una fascia da rosso ad arancione». «L'indice Rt è in ulteriore miglioramento - conferma Locatelli -. Indubitabile che abbiamo avuto una riduzione significativa nel numero dei contagiati. Pur tenendo conto dei giorni di Pasqua e Pasquetta che hanno una connotazione particolare in termini di numero di tamponi eseguiti - ha aggiunto - rispetto alla metà del mese di marzo siamo scesi del 40% nel numero dei nuovi contagi e tutto questo indica l’efficacia delle misure, come sappiamo da tempo». In realtà molte aree hanno numeri addirittura da zona gialla (l'Umbria dopo mesi di pesanti restrizioni si avvia verso dati da zona bianca), al momento non prevista nel decreto valido fino al 30 aprile, ma proprio in virtù di questi dati i governatori premono per qualche riapertura anticipata. A sperare nella ripartenza sono soprattutto i ristoranti, con l'ipotesi di un via libera dopo il 20 aprile che consentirebbe la riapertura a pranzo e fino alle 16.

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