Dati sul Coronavirus falsati, dubbi sui motivi del reato: l'ex assessore Razza non risponde ai magistrati
L'indagine sui dati relativi al Coronavirus falsati in Sicilia è solo all'inizio, dopo i tre arresti di ieri e l'indagine sull'assessore regionale alla Sanità, Ruggero Razza, poi dimessosi. Venivano alterati i numeri relativi a tamponi, positivi, ricoveri e decessi in maniera tale da tenerli in un range che evitasse per la Sicilia la zona rossa e misure più restrittive. Ma c'è altro da capire secondo gli inquirenti: perchè? Cosa c'è davvero dietro all'alterazione dei dati? "Il reato di falso è funzionale di solito ad altro. Dobbiamo capire perchè. Apparentemente, l’unico motivo che ci siamo dati, atteso che la massima autorità politica regionale, cioè il presidente Musumeci, aveva invocato a più riprese la zona rossa, è che si volesse dare l’apparenza di una macchina sanitaria efficiente mentre così non era. O non lo era così come la si voleva fare apparire". A dirlo il procuratore aggiunto di Trapani, Maurizio Agnello. L'assessore Razza davanti ai magistrati ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. "È un suo diritto e lo abbiamo rispettato, ma ho detto al suo avvocato che un amministratore pubblico dovrebbe avere il dovere di spiegare la sua posizione", ha aggiunto Agnello sempre ai microfoni di RaiNews24. L'indagine è partita nei mesi scorsi da un laboratorio di Alcamo nel quale, ha ricordato il procuratore, "veniva processato un numero di tamponi di gran lunga superiore e venivano trasmessi dati non veritieri: partendo da questo fatto siamo risaliti fino all’assessorato alla Sanità". E lì, ha ribadito, "abbiamo assistito a una sistematica alterazione relativa ai soggetti positivi al Covid, ai deceduti e ai tamponi, dati trasmessi poi alle autorità sanitarie centrali, che avevano il dovere di approntare le contromisure necessarie. Resta da capire il perchè". La frase "spalmiamo i morti" "seppur in un contesto telefonico ci ha colpito molto, ed è una terminologia significativa della spregiudicatezza della condotta", ha concluso Agnello. "Il silenzio dell’assessore Ruggero Razza dinanzi ai pm di Trapani è stato imposto dal sottoscritto in quanto non aveva alcun senso fare raccogliere una deposizione ai magistrati che si erano detti territorialmente incompetenti, deposizione che poi sarebbe dovuta essere trasmessa a Palermo. Aspettiamo che i magistrati di Palermo abbiamo i presupposti per indagare e poi Razza parlerà". Sarebbe questo il motivo, dice all’Agi l’avvocato Enrico Trantino, del silenzio davanti ai pm di Trapani del suo assistito, l’ex assessore alla Salute, Ruggero Razza, indagato per falso materiale e ideologico nell’inchiesta sui falsi dati Covid. Gli atti dell’inchiesta sono stati trasmessi alla procura di Palermo. "No allo sciacallaggio politico - aggiunge il legale -. Questa è una vicenda che avrà pesanti strascichi personali, politici e sociali. Basterebbe conoscere la norma per evitare errori. Sui ritardi Razza è intervenuto, rimuovendo alcuni dirigenti". In merito alla vicenda del laboratorio di Alcamo, interviene l'avvocato Vincenzo Abate, che difende la Koala Società Consortile arl: "Il Tribunale del Riesame di Trapani ha annullato il sequestro del macchinario della società, 'non essendo in alcun modo emersa una condotta neppure astrattamente riconducibile al delitto' di frode nelle pubbliche fornitura contestato dalla procura. Escluso che i tecnici del laboratorio abbiano consapevolmente posto in essere condotte dolose di effettuazione dei tamponi con modalità negligenti o con uso di strumenti inidonei. Appare, quindi, evidente che alla data odierna nessun riscontro oggettivo sia pervenuto sulla ipotesi che si fonderebbe sulla falsificazione degli esiti dei tamponi processati dalla Koala Società Consortile".