Quando finirà il coronavirus e torneremo alla normalità? È la domanda che tutti si pongono da un anno a questa parte. Secondo uno studio elaborato dagli esperti del ministero della Salute, dell'Iss e della fondazione Bruno Kessler, lo scenario migliore ipotizza un ritorno alla normalità ad agosto, ma ad alcune condizioni. Riportare al più presto i contagi a 50 ogni 100 mila abitanti a settimana (oggi sono oltre 4 volte tanti), vaccinare 500 mila persone al giorno, tenere l'Rt a 1 e allentando le misure restrittive gradualmente. In questo scenario, i decessi si attesterebbero tra i 10 e i 30 mila, di qui alla fine dell’epidemia, con una letalità del virus simile all’influenza.
E, sempre secondo lo studio, nello scenario migliore per arrivare a una situazione «Covid free» bisognerà attendere marzo 2022. Si tratta di scenari, dunque molto dipenderà dalle variabili concrete che si potrebbero verificare.
Lo studio ipotizza la somministrazione di 4 dosi di vaccino al giorno per ogni mille abitanti a partire dallo scorso gennaio, arrivando a coprire il 75%della popolazione, e prioritariamente le fasce deboli. Tra i presupposti dello studio, che i vaccini prevengano l’infezione da coronavirus, ossia non solo la malattia e sintomi, e che la loro copertura ed efficacia siano di lunga durata.
Dunque, il primo criterio da rispettare per arrivare al migliore scenario possibile (ossia tornare alla normalità in estate) è mantenere un ritmo delle vaccinazioni sostenuto: 500 mila al giorno in Italia. Fino ad oggi, siamo a circa metà obiettivo.
Se la campagna vaccinale procedesse invece al ritmo di 2 dosi al giorno per ogni mille abitanti (e qui si delineano gli scenari peggiori), la campagna durerebbe 2 anni, la mortalità salirebbe e per allentare le restrizioni bisognerebbe aspettare la fine del 2022.
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