Nelle prossime ore arriverà in Italia un milione di dosi del vaccino di Pfizer e il governo è pronto ad aiutare le regioni che stanno avendo più difficoltà nell'organizzazione delle vaccinazioni e che procedono a rilento soprattutto sull'immunizzazione degli over 80, che è ferma al 40% circa del totale e che invece, come dimostra lo studio dell'Istituto superiore di sanità sugli effetti del vaccino nelle Rsa, ha un impatto fondamentale sulla riduzione di casi e decessi.
L'incidenza ha raggiunto nell'ultima settimana di febbraio e nelle prime due di marzo valori sovrapponibili o inferiori a quelli di ottobre (0,6%), in controtendenza rispetto all'andamento dell'epidemia, mentre i decessi sono passati dal picco nella settimana 9-15 novembre, con circa l'1.3% dei residenti, allo 0,6%
L'esecutivo prova ad imprimere un'accelerazione alla campagna vaccinale anche se sembra ormai chiaro che non verranno mantenute le previsioni indicate nel piano del ministero della Salute per il primo trimestre: entro fine marzo l'Italia disporrà infatti di 14 milioni di dosi, quasi un milione e settecentomila in meno di quanto previsto.
Il lotto del siero dell'azienda statunitense è il più consistente finora spedito in Italia e verrà distribuito in 214 strutture sanitare in tutto il paese.
Una boccata d'ossigeno importante, visto che si tratta del vaccino utilizzato per i soggetti fragili e vulnerabili, anche se le aspettative erano ben altre: entro la fine di marzo l'Italia avrebbe dovuto disporre di 15.694.998 dosi ma è probabile che ne mancheranno circa 2,6 milioni, a meno che non ci sia una maxiconsegna da parte di Astrazeneca.
Con le dosi di Pfizer in arrivo nelle prossime ore, le 336.600 di Moderna già consegnate e le 279mila di Astrazeneca previste per la settimana, si arriverà a quasi 11,2 milioni. Ai quali dovrebbero aggiungersi, in consegna la prossima settimana, un altro milione di Pfizer, circa 500mila di Moderna e probabilmente altre 300mila del vaccino anglo svedese, per un totale di 13 milioni. 2,6 milioni in meno, dunque, che dipendono fondamentalmente da Astrazeneca.
Che farà l'azienda anglo-svedese? Certezze al momento non ce ne sono ed è anche questa una delle questioni che è stata affrontata nel corso dell'ennesimo incontro di lavoro a palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, il commissario per l'Emergenza Francesco Paolo Figliuolo e il capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio.
L'altra questione è invece il coordinamento delle regioni, della quale il premier ha parlato anche con il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini. Come prima mossa è stato attivato il volontariato di protezione civile: le regioni che ne faranno richiesta potranno utilizzare i volontari.
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