Aumentano le scuole chiuse in Sicilia, tra Comuni zona rossa e l'aumento di contagi, che hanno registrato il rapporto di 250 positivi su 100mila abitanti.
Scuole chiuse a Caltanissetta, a partire da oggi e fino a tutto il 20 marzo. Lo prevede un’ordinanza firmata dal sindaco Roberto Gambino, alla luce del repentino aumento dell’epidemia da Coronavirus. Una situazione preoccupante che spinge il primo cittadino, con lo stesso provvedimento, a "chiedere alla Presidenza della Regione la istituzione della zona rossa".
"Sono sospese la frequenza delle attività formative e curriculari delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, fermo in ogni caso il proseguimento di tali attività a distanza".
Anche gli uffici comunali resteranno chiusi. Il personale, si legge nell’ordinanza, è posto "in lavoro agile". Saranno garantiti alcuni servizi essenziali. Chiuse, inoltre, le ville e i giardini comunali e gli impianti sportivi comunali ad eccezione di quelli che sono funzionali allo svolgimento di attività previste dalle rispettive Federazioni. Mentre le attività commerciali sono chiuse dalle ore 18 alle 5 del mattino.
L'ordinanza prevede che "le attività scolastiche e didattiche per tutte le scuole di ogni ordine e grado ricadenti nel territorio comunale di Caltanissetta si svolgono esclusivamente con modalità a distanza. Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali"... "garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata. Sono altresì sospese le attività dei servizi educativi dell’infanzia...".
Con Caltanissetta, quindi, aumentano le scuole chiuse anche in Sicilia, dove il passaggio in zona arancione da oggi, in generale, non modifica orari e modalità della didattica. Nell'Isola infatti istituti scolastici chiusi solo nei Comuni zone rosse o dove il rapporto tra contagi e popolazione eccede il rapporto 250:100.000 abitanti.
Le scuole chiuse in Sicilia
Scuole chiuse da oggi a Caltanissetta, Acate, in provincia di Ragusa; Alessandria della Rocca, Caltabellotta, Camastra e Raffadali, nell'Agrigentino; Altavilla Milicia, Isola delle Femmine, San Mauro Castelverde, Torretta, Villabate e Ventimiglia di Sicilia, in provincia di Palermo; Castell'Umberto, Cesarò, San Teodoro e Sant'Alessio Siculo, nel Messinese; Delia, Milena, Montedoro, Mussomeli, Riesi, Serradifalco, Vallelunga Pratameno e Villalba, in provincia di Caltanissetta; Portopalo di Capo Passero, nel Siracusano.
Sicilia in zona arancione, scuole aperte negli altri Comuni
Dagli uffici che fanno capo all'assessore Roberto Lagalla spiegano: "A seguito del passaggio della Sicilia da zona gialla a zona arancione, per come previsto dalle più recenti disposizioni del governo nazionale, l’assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale comunica che, ai sensi del DPCM 2 marzo 2021, ciò non determina alcuna variazione dell’attuale assetto organizzativo. Resta ovviamente sospesa l’attività didattica in presenza nei Comuni individuati come zona rossa - sottolinea l'assessorato in una nota - o dove il rapporto tra contagi e popolazione ecceda il rapporto 250:100.000. Prosegue il monitoraggio sanitario della popolazione scolastica e la vaccinazione del personale docente e non docente".
In Italia scuole chiuse in 16 regioni su 20
Nel resto d'Italia invece buona parte delle scuole sono chiuse: 6,9 milioni gli studenti da stamattina sono costretti a seguire le lezioni in dad, otto su dieci, l'81% degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie. La scorsa settimana erano 5,7 milioni.
In 16 Regioni su 20 sono chiuse quasi tutte le scuole. Saranno quindi altri 1,2 milioni gli alunni che dovranno rimanere a casa. L'incremento è concentrato soprattutto in tre Regioni: Lazio, Veneto e Piemonte. Il quadro non è omogeneo sul territorio: il virus costringe a casa infatti il 95% degli studenti del nord e meno di due su tre nel mezzogiorno. Al centro ci si attesta sulla media nazionale di 8 su 10. Proteste sono state organizzate in questi giorni, e lo saranno anche oggi, da Comitati di genitori e di studenti in diverse città italiane
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