La Sicilia resta in giallo, il resto d'Italia verso la zona rossa o arancione. Le misure restrittive nella maggior parte del paese diventano più stringenti.
Di fatto la corsa del Covid non si arresta e il Governo corre ai ripari, a partire dalla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado con gli alunni costretti alla didattica a distanza. Bar, ristoranti e negozi chiusi mentre la possibilità di uscire da casa è limitata a comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità. Vietata anche la possibilità di andare a trovare parenti e amici una volta al giorno.
Prima però della firma del ministro della Salute Roberto Speranza sulle ordinanze che delineeranno la nuova mappa dei colori dell'Italia a partire da lunedì, il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, lo stesso Speranza e il Cts incontreranno le Regioni assieme ai rappresentanti di Comuni e Province: una riunione informale che servirà all'esecutivo per illustrare le misure che dovrebbero essere approvate dal Cdm con un decreto legge, anche se in un primo momento si era ipotizzato un disegno di legge.
La velocità con cui corre il virus ha obbligato però il governo a scegliere una strada più veloce. Nel provvedimento entrerà il criterio in base al quale con un'incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti si entra automaticamente in zona rossa - bocciato a gennaio dai governatori ma sul quale c'è una sostanziale condivisione in tutto il governo - e la stretta per Pasqua come già è stato fatto a Natale, dunque tutta Italia in rosso dal venerdì santo al giorno di Pasquetta.
Discussione ancora aperta invece sulla possibilità di abbassare la soglia dell'Rt con il quale si entra in zona arancione (ora è all'1) e sul coprifuoco anticipato. Quel che è già abbastanza chiaro a tutti, in ogni caso, è che i dati del monitoraggio combinati con le nuove misure proietteranno gran parte dell'Italia in zona rossa. Speranza dovrebbe firmare le ordinanze dopo l'entrata in vigore del nuovo decreto legge e le misure scatteranno da lunedì: in zona rossa si andrà dunque con un Rt superiore a 1,25 nel valore inferiore o con un'incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti.
Significa che a Basilicata, Campania e Molise, già rosse da una settimana, si aggiungeranno quasi sicuramente Piemonte (Rt a 1,41), Lombardia (Rt a 1,3), Emilia Romagna (incidenza oltre 400), Friuli Venezia Giulia (Rt a 1,3) e Marche (incidenza sopra 250) e, con ogni probabilità, Lazio e Veneto, che hanno un Rt sopra 1,25 e uno scenario in netto peggioramento, Calabria, provincia di Trento e Bolzano, che hanno un'incidenza sopra i 300 casi. Con dati al limite ci sarebbero invece Abruzzo e Toscana, che dovrebbero però rimanere in arancione assieme ad Umbria, Liguria, Puglia e Valle d'Aosta.
In queste sei regioni rimarranno aperti gli esercizi commerciali mentre si potrà prendere il caffè al bar e mangiare a pranzo al ristorante solo in Sicilia e in Sardegna: la prima è l'unica regione che rimarrà in zona gialla mentre la Sardegna per la seconda settimana consecutiva sarà in zona bianca, quella in cui sono previste la possibilità di aprire tutte le attività.
Alle misure nazionali si affiancheranno poi quelle locali e saranno i presidenti di regione a dover adottare - come già fatto per la chiusura delle scuole - le ordinanze quando province o comuni superano la soglia di 250 casi ogni 100mila abitanti. In molti hanno comunque anticipato le indicazioni del governo. Dopo aver disposto il coprifuoco alle 19, prima grande città in Italia, il sindaco di Bari Antonio Decaro ha chiuso anche giardini e parchi pubblici, la stessa misura adottata da Vincenzo De Luca per tutta la Campania. E con l'Italia che tornerà per buona parte in zona rossa, aumenteranno anche i controlli.
Fino ad oggi le forze di polizia si sono concentrare ad evitare gli assembramenti nelle zone della movida e sulle grandi arterie stradali, non potendo certo controllare migliaia di cittadini che coerentemente con la normativa in vigore si spostavano all'interno di città e comuni, ma da lunedì potranno effettuare verifiche più mirate visto che la mobilità sarà di fatto molto ridotta. Di fatto un lockdown, esattamente come un anno fa.
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