Sì agli impianti di sci solo in zona gialla dal 15 febbraio: penalizzata la Sicilia, Etna a rischio
Tutto lascia supporre che dal 15 febbraio scatti il via libera allo sci, anche se solo nelle regioni in zona gialla. Per quelle in zona arancione o rossa, dunque, gli impianti resterebbero chiusi. Lo ha deciso il Comitato tecnico scientifico, secondo quando si apprende, al termine della riunione in cui è stato esaminato il protocollo messo a punto dalle Regioni lo scorso 28 gennaio. Gli esperti hanno dunque bocciato la proposta delle regioni in base alla quale gli impianti avrebbero potuto riaprire anche in zona arancione, con una capienza ridotta al 50% su funivie, cabinovie e seggiovie e l'utilizzo obbligatorio di mascherine Ffp2. Al momento, con l'Italia quasi tutta gialla, l'unica regione a essere penalizzata, oltre alla provincia di Bolzano, sarebbe la Sicilia, ancora in fascia arancione. Ogni anno, infatti, prima della pandemia, l'Etna ha sempre attirato turisti anche in questo periodo. Oltre al pressing per consentire l'apertura degli impianti anche in zona arancione, c'è anche la richiesta di consentire gli spostamenti fra le stesse regioni, che al momento sono vietati. Anzi, non ci sarebbe in vista alcun allentamento su questo fronte, almeno fino allo scadere del Dpcm previsto per il 5 marzo. Roma, infatti, valuta la proroga del decreto sul divieto di spostamento tra le Regioni a prescindere dal colore, una disposizione che penalizzerebbe il settore già in crisi. "Ora va tolto il divieto di circolazione tra le Regioni, abbiamo bisogno di sapere che si possa venire in montagna", dice il presidente dell'Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef) Valeria Ghezzi. "Non voglio pensare che le imprese interrompano la cassa integrazione per i dipendenti - sottolinea Ghezzi - e poi venerdì prossimo ci dicano che non tolgono il divieto di spostamento. Abbiamo già subito tantissimi danni e decine di aziende sono in crisi di liquidità"