"Si ponga immediatamente fine ai test nei 'drive-in' che, come sempre ho detto, sono un non senso eseguiti sulla popolazione e per di più senza che i negativi vengano posti in isolamento cautelativo e non ripetano il test dopo tre giorni. È troppo alto il numero dei falsi negativi". Lo dice il professore Cristoforo Pomara, direttore del dipartimento di medicina legale del Policlinico di Catania e componente del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19 in Sicilia. Il docente universitario, tra i fautori di misure rigide per il contrasto alla pandemia, sostiene questa tesi anche alla luce delle nuove strategie di testing diffuse ieri dalla direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della salute. "I test rapidi - spiega Pomara - hanno un senso se adoperati con criterio: ovvero su base anamnestica e su comunità circoscritte e soprattutto se ripetuti frequentemente in caso di negatività. Da ieri, finalmente - sottolinea il professore - il ministero ha fatto in parte chiarezza sul tema che da tempo i tecnici avevano posto in evidenza e sul quale come analista del rischio più volte mi sono espresso". "Visto poi che mi pare, almeno a parole, che si voglia dare priorità alla scuola allora lo si faccia. Si dia ora- prosegue - assoluta priorità alla scuola e alle università e si programmino lì strutturate campagne di tracciamento con i tamponi rapidi. Si è già perso qualche giorno. Si pensi ad organizzare subito con le scuole e dentro le scuole - conclude - una costante campagna di screening continuativo su docenti e alunni su base volontaria e campioni prestabiliti".