Più decessi e casi aumentati di 6 volte: i dati della devastante seconda ondata di coronavirus in Italia
Il numero di casi di Covid-19 nella seconda ondata nel giorno di picco massimo è stato sei volte superiore ai casi registrati nel giorno di picco della prima ondata. I decessi nella seconda ondata superano i 36.000 a fronte di 29.000 deceduti nel periodo fino al 4 maggio. È quanto emerge dall’edizione speciale dell’Instant Report Covid-19 di Altems, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica. Durante la seconda ondata, scrivono gli esperti, la mancanza di provvedimenti restrittivi alla circolazione delle persone, ha ben presto reso impossibile il tracciamento dei casi portando all’esplosione dei contagi fino ad arrivare al picco di nuovi positivi giornalieri il 13 novembre (40.902 nuovi positivi), più di 6 volte il valore di picco della fase 1. Il picco nel numero dei deceduti in un giorno (993) nella seconda ondata è stato raggiunto il 3 dicembre 2020. La prevalenza nelle Regioni e PA mostra un chiaro gradiente nord-sud, da 54,4 casi /1.000 abitanti (in Valle d’Aosta) a 10,4/1.000 ab. In Calabria. Nel periodo 1 marzo 2020 - 15 dicembre 2020, a fronte di una letalità grezza apparente a livello nazionale di 3,5 ogni 1.000 abitanti, questa assume valori massimi in Lombardia (5,37) e minimi in Campania (1,36), con una differenza di 4 volte. «L'unica vera buona notizia che abbiamo oggi a conclusione dell’anno pandemico - considera Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola - è l’avvio della campagna di vaccinazione di massa. La seconda ondata è per ora di gran lunga peggiore della prima. Nella prima ondata il picco dei deceduti è stato raggiunto più rapidamente (alla quinta settimana) con una discesa lenta ma costante dovuta alla progressiva efficacia delle restrizioni. Nella seconda ondata, il picco massimo nei deceduti si è raggiunto alla nona settimana e sembra stabilizzarsi. La discesa della curva non è evidente come ci saremmo aspettati. È evidente che le diverse strategie di contenimento adottate, più blande e forse tardive nella seconda ondata, hanno portato a effetti più significativi sulla mortalità».