Sull'obbligo vaccinale, che dopo la distribuzione delle prime dosi è il tema più ricorrente, la domanda non sembra essere "se" ma "quando". Quando sarà il momento di imporre il vaccino anti-Covid al residuo di no-vax ai quali 81 milioni di contagiati e 1,8 milioni di vittime non sono bastati? Secondo Michele Ainis, giurista e costituzionalista, rendere obbligatorio il vaccino per tutti, o proporlo solo su base volontaria, o ancora imporlo al solo personale sanitario, "è una scelta politica, che compie la maggioranza di governo, e che la Costituzione autorizza, in presenza però di alcune cautele". "L'articolo 32 della Costituzione - ricorda Ainis - autorizza i trattamenti sanitari obbligatori, e un vaccino lo è, con due cautele: la vaccinazione deve essere prevista dalla legge e non deve infrangere il rispetto della persona umana". "Se poi nelle prossime settimane o mesi ci si accorgesse che gli italiani non si vaccinano e non ci pensano proprio, allora lì sì che si giustificherebbe ancora di più la scelta di rendere obbligatorio vaccinarsi. D'altronde - prosegue il costituzionalista - ci sono già diversi vaccini obbligatori, la differenza in questo caso è che viene fatto agli adulti e non ai bambini". Un obbligo che potrebbe scattare a partire da aprile quando, stando al calendario, inizieranno le vaccinazioni per le persone "comuni". Più diretto il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, che invoca un vaccino obbligatorio in ospedali e Rsa: "Medici, infermieri, personale sanitario: il vaccino anti Covid deve essere obbligatorio. Lo stesso deve valere per chi lavora nelle Residenze sanitarie, dobbiamo difendere gli anziani". Ma sul costringere tutti a vaccinarsi immediatamente Miozzo ha delle perplessità, legate al fatto che un atto del genere potrebbe essere controproducente, "rischi di alimentare l'irrazionalità no-vax". D'accordo sul fatto che la obbligatorietà del vaccino non sia un problema da affrontare nell'immediato c'è anche il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri: "Per sconfiggere il Covid ci sarà bisogno di un'adesione massiccia al vaccino. Avere dei no vax tra i medici equivale a un fallimento. Al momento - prosegue - non è prevista alcuna obbligatorietà. Se nei prossimi mesi la campagna non dovesse raggiungere i 2/3 della popolazione, allora si dovrebbero prendere delle contromisure. Tra queste, c'è l'obbligatorietà. Ma non è un problema attuale. Sono fiducioso".