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Coronavirus, Zaia: "In Veneto trovati casi della variante inglese e di altri otto ceppi"

«Quanto ricevi una chiamata alle 23.59 della vigilia, un minuto prima del Natale, che ti dice 'abbiamo trovato il virus inglese', non puoi fare altro che premiare e ringraziare questi ricercatori, perché a quell'ora si trovavano in laboratorio». Lo ha detto il governatore Luca Zaia, spiegando la cronologia con quale ha appreso dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie che in Veneto erano stati individuati i primi campioni di pazienti con la variante inglese del Covid.

I ricercatori hanno scoperto a novembre, fra le 8 varianti del Sars-CoV-2 circolanti in regione, due varianti identificate al momento solo in Veneto. «Secondo i nostri studi preliminari - ha detto Antonia Ricci, direttrice dell’istituto - potrebbero essere varianti caratteristiche del nostro territorio».

Si tratta dell’esito di uno studio svolto dallo Zooprofilattico nel mese di novembre: «In quel mese avevamo individuato 37 virus circolati in Veneto; tra questi 8 varianti del Sars-Cov-2, non ancora la variante inglese, e però due varianti non ancora trovate nel resto
d’Italia. Dovremo approfondire meglio queste varianti territoriali».

«La maggior parte di questi virus - ha aggiunto Ricci, riferendosi agli 8 genotipi riscontrati in Veneto - sono presenti sia in Itala che in alcuni Paesi europei: sono caratterizzati da una mutazione della proteina Spike che la rende più diffusiva e più contagiosa». La 'variante inglese' nei campioni di tre pazienti residenti in Veneto è stata trovata invece successivamente, alla vigilia di Natale, ha confermato la scienziata.

Lo studio dello Zooprofilattico rientra in un progetto commissionato dalla Regione Veneto per seguire i virus in corso di epidemia. «Il nostro gruppo di virologia - ha ricordato Ricci - è centro di referenza europeo per l’influenza aviaria. Seguire i virus in corso di epidemia è un lavoro che facciamo con l'aviaria e tanti virus degli animali. Questa pandemia ci ha insegnato però che un virus, che sia negli animali o nell’uomo, non cambia molto. Noi abbiamo competenze molto solide nel tracciamento dei virus in corso di epidemia».

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